Il Comune di Salerno non ha concesso ai commercianti ambulanti lo svolgimento dell’Antica Fiera di San Matteo. Gli stessi hanno scritto al Vescovo.
Gli ambulanti scrivono al Vescovo per la Fiera di San Matteo
L’amministrazione comunale non ha concesso agli ambulanti di poter dare vita all’Antica Fiera di San Matteo nel sotto piazza della Concordia dal 17 al 21 settembre. In maniera ufficiosa, però, era stata accordata al termine di un incontro il 7 settembre al Comune con i rappresentanti di Anva-Confesercenti.
Gli ambulanti fieristi di fronte a questo tipo di atteggiamento dicono Basta ed hanno deciso di manifestare tutto il loro disaccordo e malcontento in una manifestazione di protesta martedì 20 settembre dalle 16 alle 20 realizzando un corteo di camion e macchine con partenza dallo Stadio Arechi e arrivo sotto al Comune di Salerno dove ci sarà un sit-in di protesta per un’ora.
La lettera al Vescovo
Nella giornata di oggi gli ambulanti hanno scritto al Vescovo Bellandi. Ecco il testo:
“Reverendissima monsignor Andrea Bellandi, in questi giorni che ci avvicinano ai festeggiamenti in onore del Santo Matteo, patrono della città di Salerno, ci rivolgiamo a lei per un suo intervento di mediazione con l’Amministrazione comunale affinché ci ridia la dignità di lavoratori concedendoci la possibilità di lavorare per la festività di San Matteo. In tutte le città dove si festeggia il Santo patrono non vengono fatti mancare i banchi degli operatori ambulanti che regalano luce, gioia e soprattutto aria di festa ai tanti fedeli che accorrono nelle città per la festa, non vengono a mancare le giostre che sono un modo di divertimento e di distrazione per i tanti ragazzi.
La crisi pandemica ha causato tanti disagi economici agli operatori ambulanti fieristi e dello spettacolo viaggiante, per due anni in Campania non abbiamo lavorato, solo da aprile abbiamo iniziato a rivedere la luce in fondo al tunnel, in questi due anni gli ambulanti e i giostrai hanno stretto i denti, ma ora siamo allo stremo, in molti di noi ancora non hanno ripreso a lavorare e partecipare alla festa di San Matteo è un inizio di speranza.
La festa di San Matteo non è festa senza la sua parte religiosa, la processione, la musica, le bancarelle, le giostre, i fuochi, togliere uno di questi elementi rende la festa monca per i tanti fedeli a cui è cara questa festività.
Ci affidiamo a lei, per noi è l’ultima speranza per ritornare dignitosamente al nostro lavoro e dare un mantenimento economico alle nostre famiglie, siamo pronti anche a lavorare per il solo giorno della festa purchè ci venga autorizzato”.