Pizzo imposto ad imprenditori e commercianti, nonché sulle lapidi, a Sant’Egidio del Monte Albino era la fonte principale del guadagno del gruppo criminale denominato “Zi Maist – Quelli di San Lorenzo”. Secondo quanto riportato dal Mattino, sono state intercettate anche minacce shock: “Se non si comporta come sa che deve, lo faccio saltare in aria e basta”.
Sant’Egidio del Monte Albino, pizzo ai negozi e sulle lapidi
Pizzo imposto ad imprenditori e commercianti era il guadagno principale del gruppo criminale denominato “Zi Maist – Quelli di San Lorenzo”, smantellato all’alba di giovedì dai carabinieri durante un’inchiesta coordinata dalla DDA di Salerno.
Le estorisioni
Sono diverse le estorsioni ricostruite nell’ordinanza applicativa di misure cautelari firmata dal gip, dopo un’attività complessa di indagini investigative.
Estorsioni ai danni di titolari di attività commerciali, rivendite di auto ma anche di imprese e piccole aziende, comprese quelle che si occupavano della produzioni di lapidi, sia ad Angri che a Sant’Egidio del Monte Albino, alle quali veniva imposta una tangente di cento euro per ogni tomba realizzata.
Minacce shock nelle intercettazioni: “Lo faccio saltare in aria e basta”
Uno degli episodi significativi è quello ai danni di una cooperativa operante nel settore della costruzioni di lapidi. Nelle intercettazioni di evidenzia come Raffaele Maiorino, 42enne pluripregiudicato di Sant’Egidio del Monte Albino abbia suggerito a Luigi Salvatore Galiano O’ Zii Maist, capo del gruppo, come operare nei confronti dell’imprenditore.
“Se quello se ne esce, per esempio, con 3/4 cento euro, gli dico ascoltami, tu non hai capito niente proprio, tu su ogni tomba che fai devi mettere 100 euro in più, se fai 20 tombe al mese e io lo so, devi mettere 100 euro in più a tomba. Se non si comporta come si deve comportare lo faccio saltare in aria, non me frega proprio”.