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Sarno, Comune condannato a risarcire le vittime dell’alluvione

Il Comune di Sarno dovrà risarcire le vittime dell’alluvione che colpì la provincia di Salerno nel maggio del 1998. Una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione che condanna l’Ente al risarcimento parte civile delle 137 vittime come previsto dall’ordinanza 35020 depositata martedì 29 novembre in accoglimento del ricorso incidentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Interno.

Sarno, Comune dovrà risarcire le vittime dell’alluvione

I giudici della Suprema Corte hanno tenuto in considerazione la responsabilità diretta della PA (art. 2043 cod. civ.). Una responsabilità legata al mancato ordine di evacuazione. In passato, già Tribunale e Corte di appello avevano negato l’azione di regresso nei confronti della amministrazione comunale sostenendo che il sindaco era l’unico responsabile diretto dell’accaduto.

L’elenco delle vittime dell’alluvione di Sarno

In totale furono 161 i morti nell’alluvione di Sarno del 1998, di cui:

Dopo giorni di scavi tra il fango e le macerie, si arrivò al bilancio definitivo di 161 morti. Tra le vittime del disastro ci fu anche un soccorritore, il vigile del fuoco Marco Mattiucci, a cui – per l’eroismo dimostrato durante i soccorsi – fu attribuita la medaglia d’oro al valor civile.


https://salerno.occhionotizie.it/alluvione-sarno-marco-mattiucci-vigile-eroe-storia-bambino-chi-e/


Alluvione di Sarno, i nomi delle vittime

I nomi delle vittime dell’alluvione di Sarno



I nomi delle vittime dell’alluvione di Quindici

I nomi delle vittime dell’alluvione di Bracigliano

I nomi delle vittime dell’alluvione di Siano

Raffaela Milone, la bambina simbolo dell’alluvione di Sarno

Aveva solo 5 anni in quel maledetto 5 maggio 1998, quando diventò simbolo dell’alluvione che piegò la città di Sarno grazie a una foto scattata dal fotogiornalista romano Stefano Gruppo. Oggi ha 28 anni ma Raffaela Milone ricorda ancora perfettamente i dolori che provò in quei giorni, quando l’intera comunità era impegnata a fare i conti con le conseguenze del disastro. In quella foto si vede tutta la malinconia di Raffaella, ma anche un segno di speranza che la rese simbolo di quell’inferno di fango e detriti.



“Del 5 maggio ricordo la pioggia continua – raccontò Raffaellae le scosse alla casa. I miei genitori avevano intuito stesse accadendo qualcosa di grave, e alle 20 andammo via in auto. Raggiungemmo mia nonna a Napoli. La zona dove era casa mia fu completamente distrutta. Tornammo dopo qualche giorno, avevo insistito con il mio papà per ritrovare delle scarpette che mi aveva regalato. Ne recuperai una tra il fango. Non sapevo dell’esistenza di questa foto fino a qualche anno fa”.

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