SCAFATI. Arriva la stangata della Corte dei Conti sul Comune di Scafati. Condannati l’ex sindaco Aliberti, gli assessori, il direttore e segretario generale, dirigenti, funzionari, il comandante dei vigili e pure il collegio dei revisori dei conti, per un danno erariale da circa 246mila euro, relativo ai cosiddetti «progetti obiettivo» del 2009.
«Premi di produttività e incentivi erogati a pioggia ai dipendenti, per svolgere i propri compiti ordinari fuori dal normale orario di lavoro e in assenza di obiettivi. Circa un milione di euro elargito sotto forma di premi, senza che nessun beneficio sia arrivato alla collettività in termini di innovazioni dei servizi erogati al cittadino».
Stangata della Corte dei Conti al Comune di Scafati
È quanto ha deciso la sezione della Corte dei Conti della Campania, presieduta da Michael Sciascia.
Nel mirino, la delibera 257 del 21 novembre 2008, con la quale la giunta comunale aveva costituito il fondo salario accessorio 2008 per incentivare lo sviluppo delle risorse umane e della produttività.
Condannati i responsabili: i nomi
Venti i condannati per danno erariale: l’ex sindaco Pasquale Aliberti, con gli ex assessori Giacinto Grandito, Pasquale Coppola, Mario Santocchio, Guglielmo D’Aniello, Stefano Cirillo, chiamati in causa per 13mila euro ciascuno.
Inoltre, l’ex assessore Cristoforo Salvati (21mila euro), il direttore e segretario generale Immacolata Di Saia (40mila), il responsabile della polizia municipale, Carmine Arpaia (15mila), i dirigenti e funzionari Laura Aiello (15mila), Emilio Gallo (10mila), Anna Sorrentino (8mila), Maddalena Di Somma (11.800), Vittorio Minneci (15mila), Antonio Ariano (3.400), Nicola Fienga (10mila), Maria Gabriella Camera (mille), e i revisori contabili Angelo Santonicola e Biagio Esposito (5mila ciascuno) e Antonio Martone (8mila). Tutti i condannati avranno modo di ricorrere in appello.
La sentenza
«Nel caso del Comune di Scafati scrivono i giudici contabili – l’attribuzione al personale delle risorse incentivanti non è stata effettuata sulla base di una previa attività di analisi e programmazione dei miglioramenti da introdurre nella qualità dei servizi da erogare. Dall’esame dei progetti concludono – non si ravvisano attività innovvative o straordinarie che giustificaseero pienamente la corresponsione degli emolumenti erogati».
Fonte: il mattino