SCAFATI. È stata fissata la somma richiesta, e sono ben tre milioni di euro, i soldi che gli ex consiglieri comunali chiedono per cancellare l’onta dello scioglimento per camorra. Sono impegnati ora nel ricorso al Tar per contestare la decisione del ministero dell’interno. L’azione sarà ufficializzata il prossimo 7 marzo, quando Aliberti e l’imprenditore Nello Maurizio, saranno a Roma per decidere quanto concerne le richieste di misura cautelare nelle indagini portate avanti dall’Antimafia sul rapporto politica – camorra.
Come racconta il quotidiano La Città, il concetto era stato reso chiaro da Brigida Marra: «Il ricorso avverso il decreto di scioglimento, come ho subito detto, è un atto dovuto da parte di chi ha amministrato questa città nella consapevolezza di averlo fatto in maniera onesta», aveva affermato. «Posso già dire però, che da avvocato non riesco ad accettare e condividere un provvedimento che oggi, non può garantire il rispetto del principio di “terzietà” sancito dall’articolo 111 della Costituzione italiana dal momento che si tratta di un provvedimento non adottato da un organo giurisdizionale.
Non posso da cittadina, da avvocato e da politico condividere che la fine di un consiglio comunale venga proposta da un ministro che con tutti il rispetto, è un politico eletto senatore nelle liste del Pd. Nulla contro il ministro Marco Minniti ma la mia città, quella che con passione in questi tre anni insieme a una grande squadra abbiamo amministrato, merita di essere giudicata con un provvedimento che sia adottato nel rispetto del principio di “terzietà”, del contraddittorio tra le parti e del giusto processo da chi ha potere giurisdizionale».
Nel ricorso non ci sarà la firma di Aliberti.