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Scafati, processo all’ex sindaco Aliberti: i pentiti chiamati a confermare le accuse per scambio di voto politico mafioso

A Scafati, continua il processo per scambio di voto politico mafioso che vede coinvolto l’ex sindaco Aliberti: i pentiti sono chiamati a confermare le accuse.

Scambio di voto politico mafioso a Scafati: si torna in aula

Udienza di fuoco questa mattina al Tribunale di Nocera con i due pentiti Romolo Ridosso e Alfonso Loreto chiamati a confermare le accuse nei confronti dell’ex sindaco Pasquale aliberti, principale imputato del processo. aggiudicazione di appalti a ditte colluse con i clan e assunzioni nelle partecipate in cambio di voti.

Questo in sintesi quanto dovrà confermare ridosso. Poi ci dovrebbe essere il tempo per Alfonso Loreto, il pentito che ha fatto accendere i riflettori degli inquirenti sui possibili intrecci tra politica e camorra. Tanti i punti sul tavolo, ad iniziare dall’assunzione di andrea ridosso al piano di zona.

Loreto Jr sostiene sia Stata opera del sindaco. Per i difensori invece l’accusa ha preso un abbaglio sull’assunzione: infatti, era impiegato presso la società onlus Sofia. Questa società della quale ridosso andrea risultava dipendente dal mese di luglio del 2015, era una cooperativa sociale, con sede in Benevento, che aveva regolarmente vinto una gara ad evidenza pubblica indetta dal Piano di Zona ambito S1 per la gestione di alcuni servizi una delle tante alle quali partecipava in tutta la regione Campania.

E’ già si annuncia battaglia. Durante le elezioni del 2013 ci fu un patto per far eleggere un politico che rispondesse alle loro esigenze per ottenere appalti nella pubblica amministrazione scafatese e nel 2015 il clan si convinse a dare appoggio politico a Monica Paolino, moglie di aliberti e candidata alle regionali.

Sull’incontro con aliberti, alfonso Loreto jr, spiega: “andarono a trovarlo raffaele Lupo, ex consigliere comunale, e andrea ridosso. Io non potevo muovermi, ero ai domiciliari. Dopo l’incontro mi dissero che Aliberti aveva piacere del nostro appoggio. Però ci disse che la candidatura di andrea era inopportuna per il nome ‘pesante’. Meglio una persona pulita, per questo scegliemmo roberto Barchiesi, per la lista “grande Scafati”.

Anche la nomina di Ciro Petrucci nel Cda dell’acse S.p.a., la società in house del Comune che gestisce la raccolta dei rifiuti solidi urbani, a parere dell’accusa, costituirebbe un’evidente riprova dell’esistenza del patto elettorale tra il sindaco aliberti ed il clan ridosso-Loreto.

L’obiettivo è quello di dimostrare l’appoggio del clan Loreto ridosso in occasione delle elezioni del 2013 e del 2015 cioè le amministrative di Scafati e le elezioni regionali in cui è stata eletta consigliere Monica Paolino, moglie del sindaco di Scafati. In cambio di quei voti il clan avrebbe goduto di “favori” di varia natura ma, gli occhi degli inquirenti, restano puntati sugli appalti così come affermato nei suoi verbali collaborativi da alfonso Loreto.

Romolo Ridosso è stato definito da Alfonsino Loreto uno dei capi del clan, in particolar modo nella fase degli omicidi, all’inizio degli anni 2000, quando, morto il fratello Salvatore, ne vendicò la morte prima cercando di uccidere generoso Di Lauro e poi organizzando l’omicidio di Luigi Muollo, coinvolgendo in questa vendetta i figli e il nipote. Ma questa è un’altra storia.

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