SCAFATI. Si è chiusa nel peggiore dei modi l’era Aliberti. Un’era durata quasi otto anni e finita con lo scioglimento del comune di Scafati per infiltrazioni camorristiche. Duro il commento della giovane attivista di Act, ex candidata al consiglio regionale, Raffaella Casciello.
«Scafati come Pagani. Scafati come Casal di Principe. Scafati come Casapesenna. Scafati comune di camorra. A Scafati come in quasi cento comuni in Campania, dal 2011 ad oggi, arriva lo scioglimento per infiltrazione mafiosa. Scafati e il suo sistema di potere consolidato: appalti, nomine, assunzioni, affidamenti. Una rete di affiliazione costruita ad arte che ha fatto piombare la città nella vergogna e nell’incubo dello scioglimento per infiltrazione mafiosa. In questi anni, non se la prenda chi pure ha fatto delle battaglie e potrà ostentare la medaglietta al petto, la Politica ha perso. Abbiamo perso tutti» scrive Casciello.
«Abbiamo perso quando la brava gente di periferia stretta nella morsa della povertà si è venduta al miglior offerente. Abbiamo perso quando i giovani senza lavoro hanno venduto il proprio voto per quattro spicci. Quando gli hanno promesso uno schifoso servizio civile a 400 euro al mese per un anno. Abbiamo perso quando sono stati lasciati soli. A loro stessi. È così che i nostri concittadini – conclude l’attivista politica – hanno creduto che non ci fosse alternativa, che la politica sia strutturalmente scambio di favori. Abbiamo perso. Ma una cosa buona l’ha fatta questo commissariamento. Ha azzerato le classi dirigenti che non si sono rivelate all’altezza. Dalle macerie che ci consegnano questi incapaci e corrotti possiamo costruire una nuova città. Non basta la rabbia e l’indignazione. Bisogna darsi da fare. Il futuro è qui e comincia adesso».