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Scafati, scambio voto politico mafioso: Coppola e Loreto accusano Aliberti

SCAFATI. Al processo per l’inchiesta Sarastra, che vede coinvolto Pasquale Aliberti, Pasquale Coppola e Alfonso Risso accusano l’ex sindaco di Scafati per presunti rapporti con il clan Loreto-Ridosso in merito allo scambio di voto politico-mafioso.

Coppola accusa Aliberti al processo per scambio di voto politico-mafioso

Alfonso Loreto jr, conferma il patto politico-malavitoso con la sua organizzazione. Era uno dei testimoni più attesi al processo nei confronti dell’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti ed ha confermato le attese. 

Alfonso Loreto in poco più di un’ora ha ripercorso la storia del suo clan gestito insieme a Gennaro e Luigi Ridosso ed ha ribadito le accuse già snocciolate nei suoi verbali di interrogatorio. Per le elezioni del 2013 ci fu un patto per far eleggere un politico che rispondesse alle loro esigenze per ottenere appalti nella pubblica amministrazione scafatese e nel 2015 il clan – seppure con qualche titubanza – si convinse a dare appoggio politico a Monica Paolino, moglie di Aliberti e candidata alle regionali.

Acquisite invece le dichiarazioni di Pasquale Loreto, rese in periodo antecedente alle elezioni ‘incriminate’, l’attenzione del pubblico ministero Vincenzo Montemurro si è appuntata sulle vicende narrate da Alfonso jr in video conferenza. Prima del pentito e teste chiave nel processo che si sta celebrando dinanzi ai giudici del Tribunale di Nocera Inferiore ha testimoniato l’ex presidente del Consiglio comunale Pasquale Coppola.

Il politico, ex alleato di Aliberti, poi diventato uno dei suoi più acerrimi avversari politici, è imputato in procedimento connesso, anch’egli indagato per scambio di voto politico-mafioso, per le elezioni regionali del 2015. Una circostanza emersa nel corso della testimonianza e nel racconto di Coppola che ha dato del ‘mistificatore della realtà ad Aliberti‘ ed ha più volte chiarito di non aver scelto di lasciare la maggioranza ma di ‘essere stato cacciato dall’ex sindaco’. La testimonianza di Coppola è stata preceduta da una richiesta del pm di acquisire agli atti del processo le dichiarazioni rese dal teste il 15 marzo scorso. anche la vigilia di questa udienza è stata scadenzata da post su Facebook che per l’ennesima volta arrivano all’attenzione della magistratura.

In particolare, Coppola era stato sentito a sommarie informazioni perché si sentiva minacciato dalle esternazioni social di Nello Maurizio Aliberti che nei giorni precedenti all’udienza di oggi – senza fare espressamente il suo nome – aveva scritto alludendo a Coppola, giustificato con un certificato medico la scorsa volta, che l’ex presidente del consiglio si sarebbe dato nuovamente malato. alla richiesta del pm ha mosso un’eccezione formale il difensore di Monica Paolino sostenendo che la denuncia di Coppola in cui sosteneva di sentirti minacciato in qualità di testimone non potesse rientrare nel processo.

I giudici – presidente Raffaele Donnarumma – hanno accolto la richiesta della difesa. Nel corso della sua testimonianza Coppola ha riferito di aver visto uscire dall’ufficio del sindaco al Comune Alfonso Loreto con Luigi Ridosso, sicuramente in un’epoca antecedente al 2013. Ha spiegato inoltre le sue vicissitudini politiche anche riguardo all’appoggio che Dario Spinelli, gli offrì nelle elezioni del 2015 in cambio di una somma di danaro, 2000 euro, che il candidato avrebbe dovuto versare.

Coppola ha sostenuto di aver rifiutato l’offerta di aiuto ma di aver successivamente regalato a Spinelli dei biglietti gratis per le giostrine, biglietti inviati insieme al materiale elettorale che lo riguardava. Durante il controesame l’ex presidente del Consiglio ha ammesso di aver partecipato ad una riunione elettorale, organizzata da Spinelli (oggi pentito) nelle palazzine popolari di Scafati ‘una riunione organizzata anche da altri alla quale c’erano circa 15 persone’ ha sottolineato Coppola.

Coppola ha anche sottolineato la vicenda relativa al centro commerciale che si sarebbe dovuto realizzate in via Cavallaro:  ‘ una promessa elettorale’ di Aliberti all’ex assessore Mario Santocchio, mai mantenuta e non ‘certo una cosa di mio interesse’ ha detto. L’ex presidente del consiglio comunale ha chiarito anche i rapporti di forza tra Aliberti e gli ex amministratori: ‘ il clima di agitazione’ e di supremazia dell’ex sindaco nei loro confronti.

L’esempio lampante che Coppola ha riportato in aula è stato proprio relativo alle numerose volte in cui è stato ‘cacciato’ dalla giunta tra il 2008 ed il 2013, senza una giusta motivazione  (secondo il suo parere). Inciso in aula, da parte degli avvocati della difesa, anche su delle nomine fatta da Aliberti per persone ‘vicine a Coppola‘. Di tutt’altro tenore la testimonianza di Alfonso Loreto che oltre a raccontare come si arrivò alla scelta di candidare Roberto Barchiesi, poi eletto nella lista grande Scafati, al posto di Andrea ridosso, ha chiarito il ruolo svolto dai singoli imputati a partire dall’ex sindaco Pasquale Aliberti.


Le Cronache

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