SCAFATI. Torna l’emergenza prostituzione a Scafati, l’allarme di Angelo Matrone: «situazione insostebibile, stanno arrivando anche in piazza Garibaldi. Il prefetto Gerardina Basilicata crei una task-force tra carabinieri, vigili urbani e Guardia di Finanza».
Con il ritorno della “bella stagione” pare essere tornato il fenomeno della prostituzione su strada a Scafati. Tutto si consumerebbe in parcheggi di supermercati, a poca distanza dalla centralissima piazza Garibaldi. Atti di inciviltà e famiglie costrette ad assistere importanti allo sfruttamento della prostituzione. Una situazione insostenibile per Angelo Matrone, già consigliere comunale, che chiede una presa di posizione da parte della Commissione ministeriale.
«La crisi economica, che attraversa l’Italia e colpisce anche molte famiglie scafatesi, fa già aumentare il senso d’insicurezza percepito e la preoccupazione per le fenomenologie criminali connesse alla prostituzione, oltre agli episodi criminali che, da un mese circa, attanagliano la nostra comunità.
Non voglio entrare nel merito di un’attività che si compie sotto gli occhi di tutti – ha detto Matrone -anche nei parcheggi dei supermercati e a poca distanza dalla sede del Comune, ma semplicemente ribadisco che il fenomeno non solo non si riesce ad arginare ma assistiamo a un pericoloso e preoccupante avvicinamento verso il centro dalla periferia, essendo aumentate le ‘postazioni’ per l’avvicinamento dei clienti anche nel cuore della città».
Matrone, dunque, chiede di trovare una soluzione condivisa per risolvere il problema. «L’attenzione della Commissione ministeriale, in nome della sicurezza e per il bene di Scafati, deve essere massima.
Ecco perché, oltre a maggiori controlli nelle ore serali da parte dei vigili urbani, chiedo al prefetto Gerardina Basilicata di sensibilizzare maggiormente anche i carabinieri della tenenza di via Oberdan e i militari della Guardia di Finanza della Compagnia di via Nuova San Marzano. Solo unendo le forze, infatti, il problema sarà risolto. L’intera città rischia di diventare terra di nessuno. Non possiamo permetterlo».