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Sele: il pericolo di esondazioni allarma la gente vicino alle rive del fiume

CAPACCIO PAESTUM. L’ultimo tratto del fiume Sele, quello che corre lungo Gromola, la popolosa frazione capaccese, mette a rischio uomini, cose e animali. Fa paura. L’ultima alluvione provocò sei milioni di euro di danni, per altro mai rimborsati.
Serre, stalle e diversi opifici sono a rischio idraulico. Un copione più volte conosciuto con eroici interventi dei pompieri e protezione civile anche nel cuore della notte e gente strappata alle onde del fiume. Il fatto nuovo, degli ultimi tempi, è rappresentato dall’arrivo dell’ultimo – in ordine di tempo – commissario regionale del consorzio di bonifica Sele di Paestum, Antonio Pagano , che annuncia lo stop ai lavori di pulizia dell’alveo poiché sono cessati i termini della somma urgenza.



Una sospensione temporanea, per la Regione Campania, come riporta anche il quotidiano “La Città”, in attesa di attuare un progetto generale di riordino incentrato sulla “riforma” degli argini, l’allargamento della foce, e la regolazione delle cosiddette “casse di espansione idrauliche” tra Ponte Barizzo e fino a Persano e Borgo Carillia. «Non c’è tempo da perdere», denuncia Matteo Castoro , che con l’associazione “Difesa del Territorio” di Capaccio Paestum, rappresenta gli alluvionati.

L’ultima esondazione significativa presentò un impatto da paura. Oltre milleduecento gli ettari di superficie allagati dai dieci milioni di metri cubi d’acqua fuoriusciti dal fiume. Sotto l’acqua non finì solo Gromola, ma anche Ponte Barizzo, Foce Sele e Laura di Capaccio Paestum. Dall’evento servirono settimane di lavoro a genio civile e personale del Comune per rimuovere il fango da aziende, villaggi turistici e abitazioni.

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