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Sequestrati circa 8,2 milioni di euro

SALERNO. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, nell’ambito delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Salerno, ha eseguito il sequestro preventivo di denaro e beni disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari, fino a concorrenza di oltre 8,2 milioni di euro, nei confronti della società LAVORO.DOC s.p.a., con sede a Pontecagnano Faiano (SA) e dei suoi amministratori.

Le condotte delittuose ipotizzate sono quelle di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, omesso versamento delle ritenute del sostituto d’imposta e vengono addebitate a vario titolo ad Attanasio Giovanni – individuato quale amministratore di fatto della società – ed a La Rocca Sergio, amministratore di diritto.
In particolare, è stato rilevato che, nel corso degli anni dal 2010 al 2013, la società ha complessivamente evaso imposte per circa 2 milioni di euro e omesso il versamento delle ritenute per oltre 6 milioni di euro.
Le attività scaturiscono da una verifica fiscale, nei confronti della società, condotta nei mesi scorsi dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, che ha permesso di individuare l’evasione fiscale perpetrata e che ha assunto rilevanza penale.
Il marchio della LAVORO.DOC è diffuso sul territorio nazionale attraverso più sedi ed unità locali ubicate in Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto e la società conta circa 1.300 addetti.
Molteplici i beni sottoposti al vincolo cautelare: denaro contante, cambiali, assegni, orologi di valore ritrovati nel corso delle perquisizioni, una decina tra conti correnti e depositi titoli, autoveicoli, locali commerciali, di civile abitazione e terreni, la quasi totalità delle azioni della LAVORO.DOC e le quote societarie di altre 5 società operanti nel campo immobiliare e dell’impiantistica, della produzione e vendita di pane e prodotti di panetteria, della vendita di prodotti di profumeria, pulizia della persona e pulizia della casa, di bar, di facchinaggio e movimento merci, tutte intestate o nella disponibilità di fatto degli indagati o di loro familiari.

Sequestrato anche un trust nel quale Attanasio Giovanni aveva conferito partecipazioni societarie e beni immobili per un valore di 700.000 euro e di cui si era nominato gestore, dopo essere stato denunciato per reati tributari.

Il trust è un istituito di origine inglese, riconosciuto nell’ordinamento italiano. E’ un rapporto giuridico che sorge per l’effetto della stipula di un atto fra vivi o di un testamento, con cui un soggetto (settlor o disponente) trasferisce ad un altro soggetto (trustee) beni o diritti con l’obbligo di amministrarli nell’interesse del disponente o di altra persona (beneficiario), oppure per il perseguimento di uno scopo determinato, sotto l’eventuale vigilanza di un terzo (guardiano) secondo le regole dettate dal disponente in sede di costituzione del trust.
Nel caso in esame, il settlor e il trustee erano la stessa persona, sicché non si realizzava nei fatti alcuno spossessamento dei beni.

Tra gli oggetti di pregio, oltre a orologi di elevato valore, anche 21 opere d’arte a firma di autori di fama mondiale quali Picasso, Goya, Dalì, Matisse, Monet, Modigliani, Gauguin, corredate da certificazioni, che saranno sottoposte ad expertise e stima del valore.

Al fine di garantire la continuità aziendale delle attività e la gestione dei beni posti in sequestro la Procura della Repubblica ha contestualmente provveduto alla nomina di un custode e amministratore giudiziario.

Il sequestro preventivo dell’operazione AD HOC, condotto sotto la direzione della Procura della Repubblica di Salerno all’esito di complesse investigazioni del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Salerno, è stato possibile grazie alla specifica normativa che consente di sottrarre, a chi commette delitti fiscali, i beni e le disponibilità finanziarie anche nella forma per equivalente, ossia su beni diversi da quelli utilizzati per commettere il reato o che ne costituiscono il profitto.
L’operazione si inserisce nel quadro delle attività di tutela economico-finanziaria del territorio, che si attua in primis con la sottrazione dei patrimoni illecitamente accumulati, nella prospettiva della restituzione alla collettività per finalità sociali e di pubblico interesse.

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