SAN VALENTINO TORIO. Sigilli alla palestra di Andrea Celentano, il divo di Temptation Island. Dovrà rispondere, con la sua famiglia, di truffa e riciclaggio per la fantomatica vendita per autoveicoli di lusso d’epoca incassando lauti compensi prima di svanire nel nulla.
Sigilli alla palestra di Andrea Celentano, il divo di Temptation Island
Dagli accertamenti effettuati dai dipendenti dli uffici dell’Ente guidato dal sindaco Michele Strianese, infatti, è emerso che la palestra di proprietà del 25enne Andrea, volto noto della tv dopo il reality “Temptation Island” su Canale 5 fatto con la fidanzata Raffaella Giudice, è stata chiusa per assenza della Scia, la certificazione che certifica l’inizio dell’attività.
Il controllo è partito dopo la richiesta dei carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore e di San Valentino Torio che, su delega della Procura di Nocera Inferiore, stanno indagando sulla vicenda giudiziaria che riguarda Andrea Celentano, il padre Luigi e il fratello Gianluca.
Proprio l’impulso dei militari ha dato il via all’ispezione che ha fatto emergere l’irregolarità amministrativa. Una doccia fredda, che arriva a pochi giorni di distanza dai complimenti, effettuati via Facebook, del sindaco Michele Strianese a Celentano per la sua partecipazione al reality di Mediaset.
«Sono due cose distinte e sep arate. Ho fatto i miei auguri ai ragazzi per il percorso televisivo che stanno facendo, mentre sull’altro aspetto entrano in gioco altri fattori», ha spiegato il primo cittadino. Nel caso specifico si tratta di un’irregolarità amministrativa che potrà essere risolta in breve tempo ».
Truffe sulle auto sportive
Luigi Celentano, Gianluca e Andrea Celentano, secondo la Procura, avrebbero organizzato insieme agli altri componenti del sodalizio criminale non poche truffe nell’ambito delle auto sportive. I carabinieri in quell’occasione hanno effettuato anche il sequestro della palestra di piazza Giovanni Paolo II, oltre che di altri beni. Il sistema messo in piedi avrebbe portato ad adescare facoltosi clienti stranieri attraverso il web e per rifilare così dei fantomatici veicoli di lusso d’epoca incassando lauti compensi prima di svanire nel nulla.
Di quelle auto, secondo la Procura Nocerina, il gruppo non avrebbe avuto reale disponibilità e gli inquirenti avrebbero raccolto prove per confermare l’esistenza di 12 truffe per un danno di un milione di euro.