Gianfranco Valiante, Vincenzo Servalli, Francesco Benincasa, Attilio Romano, Antonio Giuliano, Fortunato Della Monica, Sebastiano Giordano, Carmine D’Alessandro. Sono alcuni dei sindaci della provincia di Salerno che hanno un doppio incarico e finiti all’attenzione dell’Anac dopo l’esposto del Meet Up amici di Beppe Grillo Salerno, per la vicenda Gal che mette a rischio 109milioni di euro di fondi europei.
In particolare, a richiamare l’attenzione sono il sindaco di Giffoni Valle Piana, Giuliano, presidente della fondazione Giffoni e del Gal Irno Monti Picentini. Stesso discorso per Valiante, nel Cda del Gal Irno Cavese Terre e Vita in compagnia del sindaco di Cava de’ Tirreni, Servalli. Romano, primo cittadino di Casalbuono, è il numero uno del Gruppo di Azione Locale Vallo di Diano mentre i sindaci di Cetara, Della Monica, e di Lettere, Giordano, sono componenti del Gal Terra Protetta della Costiera Amalfitana.
Due ruoli anche per D’Alessandro, sindaco di Magliano Vetere, Mauro Inverso di Orria, Alfo Lungo di Cuccaro Vetere, Ferdinando Palazzo di San Giovanni a Piro, Nicola Tancredi di Tortorella, Rocco Falivena di Laviano, Vito Sansone di Acerno e Generoso Matteo Bottiglielo di Castiglione del Genovese.
Il caso Alfieri
Seguono una sfilza di consiglieri comunali, assessori ed ex sindaci di piccoli centri del salernitano. La denuncia del Movimento 5 Stelle, su proposta del consigliere Michele Cammarano e della senatrice Felicia Gaudiano, si basa sulle previsioni del decreto legislativo 39 del 2013 che configura i casi di inconferibilità e incompatibilità d’incarichi di amministratori in enti privati a controllo pubblico.
A Salerno sono invece coinvolti il consigliere comunale Horace di Carlo, componente del comitato direttivo dell’Asl di Salerno; l’ex assessore Gerardo Calabrese, presidente Cgs Salerno-Consorzio Gestioni Servizi. Ed è proprio Di Carlo ad aver prontamente chiarito la sua posizione: «è una questione che riguarda i sindaci, non i consiglieri comunali. Io, in quanto consigliere comunale, faccio anche parte del consiglio generale dell’Asi e del consorzio non sono io il presidente in più bisognerebbe spiegare che i consorzi sono enti pubblici economici su base consorzile e quindi non c’entrano niente in questa polemica sollevata. Mi riservo per eventuali azioni legali nei confronti di chi ha tirato in ballo il mio nome».