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L’ex sindaco di Santomenna Massimiliano Voza porta aiuti in Ucraina e finisce nelle liste di proscrizione

Il salernitano Massimiliano Voza nelle liste di proscrizione del governo ucraino. È la preoccupante situazione che pende sul capo dell’ex candidato al Senato con Potere al Popolo ed ex sindaco di Santomenna. Tacciato di essere attentatore e populista, Voza è stato espulso anche dalla Turchia e presto potrebbe ricevere un mandato di cattura per avere come unica “colpa” la volontà di portare aiuti umanitari alle popolazioni colpite dalla guerra civile.
«L’altro ieri hanno ucciso in un agguato il presidente della Repubblica autoproclamata di Doneck, una delle due Repubbliche del sud dell’Ucraina che si è dichiarata indipendente da quando nel 2014 – afferma Voza – dopo il golpe di Maidan, c’è stata una virata di estrema destra: c’è un gruppo neo fascista che ha il 10% in Ucraina, rendendo illegale anche il simbolo del partito comunista e l’esposizione della bandiera con Falce e Martello.



Dopo il 2014, nel sud dell’Ucraina è stato messo in discussione l’orgoglio di quella terra, impedendo loro anche di parlare russo. Non è solo un fatto ideologico ma di appartenenza: quell’appartenenza che l’Ucraina sta rifiutando, rinnegando le radici che li accomuna alla Russia.

È iniziata così la ribellione e sono stato chiamato a far parte della carovana anti fascista, iniziando a portare aiuti alla popolazione vittima della guerra civile. Siamo entrati clandestinamente in Ucraina perché non ci sono rapporti diplomatici e legali tra Kiev e le regioni che si sono autoproclamate Repubblica popolare. Siamo stati chiamati dalla parte a noi più vicina, ideologicamente e siamo andati ad aiutare le popolazioni che subiscono la guerra civile, portando aiuti umanitari, raccogliendo fondi che consegniamo agli orfani di guerra e io che sono sindaco ho stretto il primo patto d’amicizia con una città del sud dell’Ucraina, ora non riconosciuta più neanche dalla Russia per paura di ritorsioni. Io in Ucraina non posso più entrare, così come negli Stati Uniti, in Israele».

La Turchia ha emanato un provvedimento di espulsione ma Voza non ci sta e intende ricorrere alla Corte di Strasburgo per il ritiro del provvedimento. «Una lista di prescrizione è una cosa grave, siamo stati schedati e ricevo minacce, tant’è che sono state fatte interpellanze anche all’Onu», ha dichiarato Voza che, per difendere la sua ideologia politica mette a repentaglio la sua vita ma, dice, «mi preoccupa più la Turchia perché lì la situazione è molto delicata anche a causa del livello altissimo di terrorismo».

L’ex sindaco di Santomenna – nel 2017 – è stato arrestato all’aeroporto di Istanbul ed espulso, dopo un sequestro a suo danno, per surreali “motivi di sicurezza”.


Erika Noschese (Cronache)

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