Blitz alle prime luci dell’alba di oggi, lunedì 11 novembre, contro lo spaccio di droga nel Vallo di Diano: scattano diverse perquisizioni, emessi 23 arresti da parte dei carabinieri della Compagnia di Sala Consilina. Tutti gli odierni indagati dovranno rispondere dei reati che vanno dallo spaccio di sostanze stupefacenti alla corruzione, riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Sequestrati inoltre anche denaro e cinque società. Ecco i nomi degli arrestati.
Blitz contro lo spaccio di droga nel Vallo di Diano: scattano 23 arresti
All’alba di oggi, lunedì 11 novembre, i Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina stanno conducendo una vasta operazione antidroga nel Vallo di Diano. Numerose pattuglie dell’Arma sono attive sul territorio, supportate anche da elicotteri. La cittadina di Sala Consilina si è risvegliata al suono delle sirene di diverse gazzelle.
Sono 23 le misure cautelari, personali e reali, emesse dalla DDA di Potenza ed eseguite dai militari della locale Compagnia agli ordini del Capitano Veronica Pastori. Tutti gli odierni indagati dovranno rispondere dei reati che vanno dallo spaccio di sostanze stupefacenti alla corruzione, riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Sequestrati inoltre anche denaro e cinque società.
Le indagini
Al termine di un’ampia attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza e realizzata in stretta collaborazione tra i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Potenza e i Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, su indicazione della DDA di Potenza, è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare. Questa è stata emessa dal gip di Potenza su richiesta della Procura locale, nell’ambito di un procedimento penale che coinvolge diversi indagati, sospettati di far parte di un’associazione a delinquere dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti e di essere implicati in ulteriori reati contro la pubblica amministrazione e il patrimonio.
L’ordinanza, eseguita con l’impiego di circa cento militari delle due Forze di Polizia e supportata da unità cinofile, ha coinvolto 23 individui sospettati di reati commessi tra il basso salernitano (Vallo di Diano) e il capoluogo lucano. Questi soggetti sono stati destinatari di diverse misure personali, tra cui arresti in regime carcerario, arresti domiciliari, obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria e divieto di ricoprire ruoli direttivi in enti giuridici e imprese.
Le perquisizioni
Numerose le perquisizioni eseguite per assicurare il prezzo o il profitto dei vari reati contestati, quantificato nel sequestro preventivo, nella forma diretta o per equivalente, di somme di denaro per circa 100mila euro. Sulla base degli indizi raccolti e ferma restando la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva, emergerebbe che ruolo centrale nell’attività criminosa avrebbe avuto il salese TERRUZZI Luigi, che avrebbe svolto le attività contestate anche nel periodo in cui era detenuto presso la Casa Circondariale “A. Santoro” di Potenza.
I nomi
Sulla base degli indizi raccolti, che dovranno essere verificati durante il dibattimento, si ipotizza che l’individuo in questione abbia beneficiato della complicità dei suoi familiari e collaboratori, tra cui TERRUZZI Christian, GINNETTI Michelina e TERRUZZI Giusimaria, oltre al contributo del sodale PALADINO Pietro, tutti provenienti da Sala Consilina. Le indagini condotte, il cui esito è da confermare nei vari gradi di giudizio, suggeriscono che l’organizzazione criminale in questione avesse l’intento di realizzare una serie di reati, tra cui l’acquisto, principalmente effettuato da PALADINO Pietro, e la successiva vendita o cessione a terzi di sostanze stupefacenti, tramite una rete di spacciatori, tra cui CHIRICHELLA Toni. È importante sottolineare che, durante le indagini, sono stati sequestrati 2,100 kg di sostanza stupefacente, di tipo hashish, suddivisa in 21 “panetti”, accuratamente nascosti in una zona impervia di campagna. Nel dettaglio le accuse riguardano:
- La corruzione di un Pubblico Ufficiale, Raffaele Campanella, agente della Polizia Penitenziaria, che all’epoca dei fatti prestava servizio presso l’Istituto Circondariale di Potenza. Questa corruzione era finalizzata all’ottenimento di favori illeciti da parte dell’agente nel contesto carcerario, in cambio di beni e vantaggi a lui forniti.
- La creazione e l’assegnazione a terzi, che fungevano da consociati o semplici amministratori formali, di numerose società e rapporti finanziari, con l’intento di eludere le normative vigenti in materia di misure di prevenzione patrimoniale. Queste imprese erano intestate a prestanome, mentre la gestione effettiva rimaneva in capo ai membri della famiglia Terruzzi, i quali, a causa dei loro precedenti penali e delle condanne subite, erano soggetti a misure di prevenzione patrimoniale.
- La commissione di numerose truffe aggravate ai danni dell’I.N.P.S. è stata realizzata tramite le suddette società, che hanno effettuato assunzioni fittizie di lavoratori. Le indagini hanno rivelato che, in molte situazioni, gli “assunti” erano addirittura persone detenute, o loro familiari e conoscenti, ai quali l’ente previdenziale ha erogato nel tempo varie indennità e benefici non dovuti, generando così profitti illeciti.
È importante sottolineare che il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto per tutti gli indagati si applica il principio di presunzione di innocenza fino a una eventuale sentenza definitiva di condanna.