Spiare sul telefonino di qualcuno, anche se si tratta di un familiare è reato: lo conferma la Cassazione. L’installazione di apparecchiature atte a intercettare non è più consentito dalla legge.
Spiare è un reato: la Cassazione lo conferma
La Cassazione ha confermato la condanna per “installazione di apparecchiature atte a intercettare” nei confronti di Antonio V., marito salernitano di 57 anni, che aveva messo nel cellulare della moglie, Luisa M., uno spy-software “idoneo a intercettarne le comunicazioni telefoniche”.
Per la Cassazione, le deduzioni difensive “in ordine all’assenza di una effettiva lesione della libertà delle comunicazioni” sono “prive di rilievo, perchè si riferiscono ad una situazione che rappresenta un post-factum rispetto al momento di consumazione del reato, coincidente con l’installazione del software”.
Inoltre, “non è possibile dubitare dell’inclusione dei programmi informatici denominati ‘spy-software’” nella categoria degli apparati o strumenti “diretti a intercettare o impedire le comunicazioni tra altre persone”.