MAIORI. Al termine di una complessa attività di indagine disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, iniziata nell’anno 2011, sono stati rinviati a giudizio 16 titolari degli stabilimenti balneari del Comune di Maiori, la prima udienza si terrà nel mese di novembre del corrente anno; rientranti all’interno della perimetrazione delle aree dichiarate di protezione speciale ed interesse comunitario (cd. aree ZPS e SIC), identificato con il codice SIC IT8050054, comprendente il tratto compreso tra il torrente Bonea ed il Comune di Maiori per una estensione di complessivi 413 ha, incluso nel Parco dei Monti Lattari.
La complessa attività, che si inserisce nell’ambito dell’intensificazione al contrasto della criminalità ambientale fortemente voluta dal Comando Generale della Guardia Costiera, è stata diretta dal Comandante della Capitaneria di Porto di Salerno Gaetano Aangora. In particolare, viene contestata la realizzazione di opere stagionali, in assenza dei necessari atti di assenso e, in particolare, il permesso di costruire e la valutazione di incidenza, da richiedere alla Regione Campania Settore Ambiente di Napoli.
Inoltre, ai predetti operatori turistici, viene contestata, altresì, una occupazione demaniale marittima di complessivi mq. 16.600 circa (pari a circa 4 campi da calcio), in quanto effettuavano il montaggio delle strutture balneari, in assenza dei predetti titoli, nonostante l’obbligo di acquisizione, previsto dalle concessioni demaniali marittime, di tutti gli atti di assenso necessari, prima di effettuare il montaggio delle strutture stagionali. Successivamente ai controlli effettuati nell’anno 2010/2011 tutti i titolari degli stabilimenti balneari hanno provveduto a regolarizzare la propria posizione, mediante il rilascio di regolari permessi di costruire ed acquisizione della prescritta valutazione di incidenza.
La Capitaneria di Porto di Salerno continuerà come di consueto la propria attività di controllo di tutte le strutture turistiche ricreative ubicate lungo la costiera Amalfitana, che operano in spregio alle norme poste a tutela dell’ambiente e del paesaggio. *La procedura prevista per il rilascio della “valutazione di incidenza” è finalizzata alla salvaguardia dell’integrità dei siti di interesse comunitario attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti in grado di condizionare l’equilibrio ambientale. A detta procedura (nella specie del tutto mancante) deve essere sottoposto qualsiasi piano, progetto o intervento che possa avere incidenze significative sull’ambiente, affinché, seguendo il principio di precauzione, siano analizzate le possibili interferenze negative sul sito, considerando eventuali effetti congiunti di altri piani o progetti, per valutare gli impatti cumulativi che spesso si manifestano nel tempo. Ne consegue perciò che la realizzazione ed il mantenimento di opere non sottoposte alla procedura di incidenza comporta il pericolo di compromissione degli ambienti oggetto di speciale protezione.