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La storia di Noemi: nata da genitori salernitani e concepita tramite fecondazione assistita durante i bombardamenti di Kiev

Raffaele Petta

Raffaele Petta

Un percorso difficile a causa dell’invasione russa in Ucraina, ma che si è concluso con un finale positivo. La gioia immensa per una coppia di Salerno, lei di 48 anni e lui di 49 , per la nascita della loro piccola Noemi. Dopo 15 anni di attesa, il sogno di diventare genitori si è finalmente realizzato.

La storia di Noemi, una bimba nata da genitori salernitani e concepita durante i bombardamenti di Kiev

Una gioia immensa per una coppia di Salerno, lei di 48 anni e lui di 49 , per la nascita della loro piccola Noemi. Dopo 15 anni di attesa, il sogno di diventare genitori si è finalmente realizzato. La donna aveva affrontato ben 12 cicli di fecondazione assistita in altre strutture, prima di rivolgersi, come ultima possibilità, al dottor Raffaele Petta, specialista in sterilità che collaborava con una clinica ucraina specializzata in fecondazione assistita, a Kiev. Dopo aver completato un ciclo di stimolazione ovarica presso quella clinica, la donna ha prodotto 8 ovociti, ma solo uno di questi è stato fecondato, creando un embrione che è stato congelato al quinto giorno.

L’intenzione era di trasferirlo nel suo utero dopo un mese, con i voli già prenotati. Ma poco prima della partenza la Russia ha invaso l’Ucraina, causando la sospensione dei voli e il bombardamento di Kiev. La coppia ha quindi deciso di trasferire l’embrione congelato in Italia, ma a causa della sospensione dei voli (e del rischio di deterioramento dell’embrione a causa dei metal detector negli aeroporti), l’unica opzione disponibile era il trasporto via terra. Così, l’embrione ha viaggiato per circa dieci giorni attraverso mezza Europa, trasportato con autobus e treno. Una volta arrivato in Italia, si è presentato un nuovo ostacolo. L’endometrio della donna, la mucosa che riveste la cavità uterina, non cresceva come previsto, rendendo difficile l’impianto dell’embrione.

Il dottor Petta ha quindi proposto poi un trattamento innovativo. Ovvero la somministrazione di PRP (plasma ricco di piastrine) per via isteroscopica. Una tecnica sperimentale eseguita presso il Servizio di Isteroscopia del Policlinico “Federico II”, sotto la direzione del professor Attilio Di Spiezio. La paziente è stata seguita dalla dottoressa Virginia Foresti, responsabile del progetto sperimentale. Il trasferimento dell’embrione è stato effettuato quando l’endometrio ha raggiunto uno spessore ottimale di 10 mm, permettendo così l’impianto e il conseguente inizio della gravidanza.

Alla 37ª settimana, però, il feto ha mostrato segni di sofferenza, con centralizzazione del circolo fetale. Motivo per cui la donna è stata ricoverata nel Reparto di Ostetricia del Malzoni Research Hospital, diretto dalla dottoressa Annamaria Malzoni, che ha seguito personalmente la paziente fino al lieto fine.

Il parto

A causa del peggioramento delle condizioni fetali, si decise di anticipare il parto attraverso un taglio cesareo. Eseguito dai medici Vincenzo Bove e Pasquale Cioffi, insieme all’ostetrica Silvia Mazzeo, con l’assistenza in sala operatoria dell’infermiera Sharon Romano. L’anestesia è stata somministrata da Biancamaria Cillo.

Alla 37+5 settimane, nacque la piccola Noemi, con un peso di 2,400 kg, e fu immediatamente presa in cura dal neonatologo Angelo Izzo, responsabile della Terapia Intensiva Neonatale (TIN).

La madre, emozionata, ha espresso la sua gratitudine a tutto il personale medico, ostetrico, infermieristico e alle puericultrici del Malzoni Research Hospital, per aver contribuito a realizzare un sogno che sembrava irraggiungibile.

 

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