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Tentato omicidio di un pastore a Padula, finisce in carcere per 4 anni ma da innocente: i giudici dicono no al risarcimento

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Finisce in carcere dove sconta la pena di quattro anni con l’accusa di tentato omicidio di un pastore a Padula ma è innocente: i giudici lo assolvono ma dicono ‘no’ al risarcimento. Lo riporta l’odierna edizione de La Città.

Tentato omicidio a Padula, in carcere per 4 anni ma è innocente

Accusati di tentato omicidio nei confronti di un pastore, dopo sette gradi di giudizio sono stati assolti; tuttavia, per almeno uno dei due ex imputati, la Cassazione non ha concesso il risarcimento per ingiusta detenzione. Il caso riguarda il tentato omicidio di D.L.S., un pastore di Padula, aggredito nel febbraio 2011 con un bastone a seguito dell’ingresso non autorizzato delle sue pecore in un terreno.

Francesco Lovisi, un meccanico di 40 anni (anche se considerato pastore), e suo figlio Tony, appena diciottenne, furono accusati del tentato omicidio. Arrestati nel 2012, i due furono condannati in primo grado dal tribunale di Lagonegro a otto anni di reclusione, pena poi ridotta a sette anni e otto mesi dalla Corte d’Appello di Potenza. La sentenza fu successivamente annullata dalla Cassazione, che rimandò il caso alla Corte d’Appello di Salerno, la quale condannò nuovamente i due imputati a cinque anni e quattro mesi di reclusione.

È stato presentato un nuovo ricorso per Cassazione, che ha annullato la sentenza precedente e ha rimandato il caso alla Corte d’Appello di Napoli. Quest’ultima ha assolto entrambi gli imputati per non aver commesso il fatto, confermando così la decisione della Suprema Corte. La vicenda si è conclusa nel 2019, dopo che il padre aveva trascorso quattro anni in carcere e il figlio tre anni e sei mesi.

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