Porto di Salerno. Dopo un mese dal blitz Tortuga, che smantellò l’ufficio dogane del porto di Salerno, il pubblico ministero Elena Guarino, titolare del fascicolo, ha chiuso il cerchio firmando l’avviso di conclusione delle indagini preliminari che svela il sistema escogitato da dirigenti e dipendenti per aggirare i controlli e trasformare l’ufficio doganale di Salerno in una «zona franca» in cui le operazioni di controllo si risolvevano in quotidiane occasioni di arricchimento personale attraverso sistematiche appropriazioni di beni.
Salerno, traffici illeciti al porto: 85 indagati
Sono 85 gli indagati tra funzionari doganali, funzionari sanitari, spedizionieri doganali, operatori portuali, due avvocati, un militare della guardia di finanza, un dipendente amministrativo e privati, accusati, a vario titolo, di peculato, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, traffico di influenze illecite, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale, favoreggiamento, falso ideologico, accesso abusivo ai sistemi informatici, ricettazione, contrabbando di tabacchi lavorati esteri e traffico internazionale di rifiuti.
Raggiunto dall’avviso di conclusione delle indagini, anche l’allora direttore ad interim dell’ufficio delle dogane Stefano Fasolino accusato di distogliere le attenzioni dell’Autorità giudiziaria sulle eventuali responsabilità dell’ufficio dogane.