Truffa dei falsi incidenti, indagati tre avvocati salernitani. L’inchiesta condotta dalla procura di Bologna ha rivelato l’esistenza di documentazione falsa, inclusi referti radiologici. Otto casi sono stati segnalati tra l’Agro nocerino e la provincia di Napoli. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Truffa dei falsi incidenti, indagati tre avvocati di Salerno
Otto incidenti falsi sono al centro di un’inchiesta, ora conclusa, che coinvolge 30 persone indagate. Più della metà di esse risiede nella provincia di Salerno. I primi indizi di un’inchiesta su un giro di incidenti fittizi risalgono a novembre 2023, quando la Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni negli studi di tre avvocati, situati ad Angri, Salerno e Sant’Egidio del Monte Albino. I tre legali, che hanno presentato richieste di risarcimento alla Unipolsai Assicurazioni, sono accusati di concorso in danneggiamento fraudolento e falsificazione, insieme agli altri soggetti coinvolti nell’avviso di conclusione delle indagini.
In collaborazione con due periti assicurativi, titolari di studi di infortunistica, avrebbero redatto lettere di messa in mora nei confronti di ciascuno degli altri, presentandosi come «asseritamente danneggiati» per richiedere il risarcimento dei danni subiti. L’intento era quello di ottenere un indennizzo dall’assicurazione attraverso la denuncia di incidenti mai realmente accaduti. Questi incidenti sono stati creati utilizzando elementi di prova e documentazione finalizzati a dimostrare i danni subiti. I fatti si collocano in un intervallo temporale che va dal 2017 al 2019.
Le indagini
L’aspetto distintivo dell’indagine è che tutti i danni risarciti nei sinistri sembravano provenire dallo stesso ospedale, il “Sant’Anna e Madonna della Neve” di Boscotrecase, così come i referti radiologici, apparentemente attribuibili a due medici. Tuttavia, le firme sulle certificazioni ospedaliere sono state negate dai due professionisti, mentre le prestazioni sanitarie incluse nei risarcimenti provenivano da strutture prive delle necessarie autorizzazioni per esercitare l’attività. Inoltre, i nomi delle persone “danneggiate” non risultavano registrati negli archivi RIS (sistema informativo radiologico per la gestione delle prenotazioni, accettazioni, refertazioni e firma digitale) dell’ospedale di Boscotrecase.
Secondo le accuse, il gruppo avrebbe percepito circa 200mila euro in indennizzi. Quando iniziarono a emergere le prime discrepanze (in diverse occasioni, gli incidenti si verificavano sulla stessa strada), la compagnia assicurativa presentò una denuncia, avviando così un’indagine da parte della procura di Bologna. I presunti sinistri falsi furono segnalati a Scafati, sei volte a Sant’Antonio Abate e a Pagani. I primi riscontri da parte della polizia giudiziaria furono ottenuti interpellando i medici coinvolti, ignari del giro di falsi sinistri, i quali negarono di aver mai firmato i verbali in cui appariva il loro nome. Gli indagati risiedono tra l’Agro e la Costiera.