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Truffa, indebito utilizzo di strumenti di pagamento, sostituzione di persona e riciclaggio: 3 arresti a Vallo della Lucania

Quindici blitz carabinieri armi clan

Foto di repertorio

Truffa, indebito utilizzo di strumenti di pagamento diversi dai contanti, sostituzione di persona e riciclaggio: i carabinieri hanno eseguito, nella giornata di ieri domenica 3 novembre, tre arresti a Vallo della Lucania. Secondo l’ipotesi accusatoria, condivisa dal GIP, tali operazioni fraudolente sarebbero state poste in essere a stretto giro, segnatamente in pochi giorni, proprio al fine di svuotare nel più breve tempo possibile il conto della vittima, e, mediante il trasferimento delle somme su altri c/c con contestuale prelievo delle stesse (o parte di esse), ostacolare la successiva identificazione della provenienza delittuosa del denaro.

Truffa e riciclaggio: 3 arresti a Vallo della Lucania

Nella giornata di ieri domenica 3 novembre, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Vallo della Lucania, coadiuvati da personale della Stazione CC di Potenza, hanno eseguito una Ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal GIP del Tribunale di Vallo della Lucania nei confronti di 3 persone (altrettante sono indagate in stato di libertà) indagate, a vario titolo, per truffa, indebito utilizzo di strumenti di pagamento diversi dai contanti, sostituzione di persona e
riciclaggio.

Le indagini

Il provvedimento cautelare ha ritenuto la sussistenza, allo stato, di gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati per aver posto in essere una serie di reati ai danni di ima cittadina romana, indotta, con artifizi e raggiri (in particolare simulando gli arrestati la qualità di personale antifrode di Poste Italiane e affermando di dover compiere operazioni di messa in sicurezza del conto corrente della stessa), a riporre nella casetta delle lettere della sua abitazione la tessera bancoposta con relativo PIN, che veniva asportata dagli indagati.

Dall’attività investigativa condotta dai militari, emergeva che sul conto postale della vittima erano state effettuate diverse operazioni economiche per ingenti somme, per una sottrazione fraudolenta totale di euro 145.000. Secondo l’ipotesi accusatoria, condivisa dal GIP, tali operazioni fraudolente sarebbero state poste in essere a stretto giro, segnatamente in pochi giorni, proprio al fine di svuotare nel più breve tempo possibile il conto della vittima, e, mediante il trasferimento delle somme su altri c/c con contestuale prelievo delle stesse (o parte di esse), ostacolare la successiva identificazione della provenienza delittuosa del denaro.

Il procedimento verte in fase di indagini preliminari e le accuse sararmo vagliate nelle ulteriori fasi dello stesso, mentre il provvedimento cautelare è ovviamente suscettibile di impugnazione.

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