Ieri mattina il giudice del tribunale di Vallo della Lucania si è pronunciato nei confronti di otto dei dieci imputati per il masso dinanzi la discoteca del Ciclope.
E la sua decisione è stata quella del “Non luogo a procedere” per otto dei dieci imputati mentre solo per il titolare della discoteca, Lello Secco, è stato disposto il rinvio a giudizio e per il buttafuori di Napoli, Antonio Campanile, accusato di favoreggiamento per aver fatto sparire il masso che travolse Crescenzo, è arrivata la condanna ad un anno e sei mesi.
Ucciso da un masso davanti la discoteca: i dettagli
Era in aula Antonio Della Ragione. Il papà di Crescenzo, il ragazzo travolto e ucciso da un masso davanti la discoteca del Ciclope.
Tra gli altri imputati, quelli per cui è stato disposto il “Non luogo a procedere”, c’erano anche gli ex sindaci di Camerota Domenico Bortone, Antonio Troccoli e Antonio Romano.
Quest’ultimo era primo cittadino nel 2015 quando avvenne la tragedia. Niente processo anche per i tre comandanti dei vigili urbani Antonio Ciociano, Donato Salvato e Giovanniantonio Cammarano e i due tecnici Antonio Gravina, e Gennaro D’Addio. Tutti erano accusati di omicidio colposo. Affronterà il processo solo il titolare della discoteca Lello Sacco.
La reazione dei genitori
Una decisione incomprensibile per i genitori di Crescenzo.
Il papà, secondo quanto riporta Il Mattino, ha lasciato il tribunale visibilmente amareggiato. Assistito dagli avvocati Domenico e Felice Lentini, ha atteso la decisione del giudice. Lunghi mesi di indagini, oltre 900 giorni di attesa per aprire il processo e un solo indagato rinviato a giudizio. Antonio Della Ragione dopo tanta tempo si aspettava un esito diverso. Al termine dell’udienza poche parole ma sul suo volto era percettibile l’amarezza.