AGROPOLI. Definitivamente nei guai i proprietari dei “diplomifici”, istituti scolastici paritari di Agropoli, Laureana e Ceraso, Mario e Alfredo Vessicchio. I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli hanno eseguito una confisca disposta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Salerno, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, Giancarlo Grippo, e del Sostituto Procuratore, Alfredo Greco. Oggetto del provvedimento di confisca sono numerosi beni immobili, veicoli e disponibilità finanziarie intestate a due fratelli, già titolari di istituti scolastici paritari operanti ad Agropoli, Laureana Cilento e Ceraso, giudicati “evasori fiscali abituali”.
Evasione per milioni di euro
Le dieci verifiche fiscali eseguite nei confronti dei titolari delle scuole e delle numerose società ai medesimi riconducibili hanno consentito di quantificare gli ingenti proventi conseguiti da questa vera e propria “industria del falso” organizzata dai due fratelli, con l’emersione di oltre 5 milioni di euro sottratti a tassazione ai fini delle imposte dirette e 3,3 milioni ai fini I.R.A.P., nonché 730.000 Euro di ritenute sulle retribuzioni evase nel periodo 2004-2012. Dal complesso di accertamenti eseguiti è emerso che le loro sistematiche condotte evasive avevano generato un debito nei confronti dell’Erario pari a 5,7 milioni di Euro, che ha peraltro portato alla dichiarazione di fallimento – richiesto d’ufficio dalla Procura di Vallo della Lucania e sentenziato dal locale Tribunale – di due delle tre società riconducibili ai due fratelli, titolari di parità scolastica concessa dall’Ufficio Scolastico Regionale.
Le investigazioni patrimoniali condotte dai finanzieri, anche ricorrendo al penetrante strumento delle indagini finanziarie, hanno permesso durante il procedimento di prevenzione di circoscrivere il complesso di beni immobili, automezzi, motoveicoli e disponibilità finanziarie riconducibili ai due fratelli, acquistati con denari di provenienza illecita negli stessi anni in cui i due evasori si erano sottratti sistematicamente al pagamento delle imposte, nonché dei contributi previdenziali ed assistenziali sulle retribuzioni dei docenti e del personale amministrativo assunto negli istituti paritari di cui erano titolari. L’emersione di una evidente “sproporzione” tra i redditi dichiarati ed il patrimonio accumulato per effetto delle attività illecite investigate, valorizzato in oltre 5,6 milioni di Euro ha consentito al Tribunale di Salerno di disporre nei loro confronti la confisca su 17 fabbricati e 6 terreni, conferiti in un fondo patrimoniale alla fine del 2012 per tentare di “proteggerli” dai sequestri, ubicati ad Agropoli, Laureana, Torchiara e Ceraso, tra cui 3 casali di pregio, con piscina, appena ristrutturati, e numerosi appartamenti, 4 veicoli e disponibilità finanziarie principalmente investite in polizze assicurative.
I precedenti: l’arresto nel 2013
I due fratelli erano già finiti agli arresti domiciliari nel 2013, al termine delle penetranti investigazioni condotte nell’ambito dell’Operazione “Scuole fantasma”, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, nell’ambito della quale erano stati denunciate 132 persone, tra cui coordinatori didattici, docenti, assistenti amministrativi e studenti provenienti da diverse Regioni d’Italia, in seguito all’emersione delle reiterate condotte truffaldine ai danni dello Stato e del Ministero dell’Istruzione, realizzate dall’associazione delinquenziale di cui erano a capo, attraverso i due “diplomifici” localizzati in piccoli paesi dell’entroterra cilentano e sottoposti a sequestro nel 2012 dalle Fiamme Gialle, per porre definitivamente fine alle condotte illecite.
A carico dei due era già stato avviato un procedimento di prevenzione, avviato nel 2013, quando parte del loro ingente patrimonio immobiliare e finanziario era stato posto a sequestro anticipatorio. La capillare ricostruzione delle attività delinquenziali dei due soggetti, effettuata dalle Fiamme Gialle di Agropoli, ha permesso al Tribunale di rilevare la loro “pericolosità sociale” attuale, alla base dell’emissione nei loro confronti della una misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per i prossimi due anni. I due fratelli avrebbero una predisposizione a delinquere: ai giudici hanno candidamente ammesso di aver evaso il Fisco in modo sistematico nel corso degli anni, per provare a giustificare l’accumulazione di un ingente patrimonio immobiliare nel Cilento, nonché di investimenti finanziari per 1,7 milioni di Euro, pur avendo annualmente dichiarato redditi nulli o esigui. Per i Procuratori i due sono “delinquenti abituali”, su cui pendono già altre accuse per reati associativi e contro la pubblica amministrazione, gravi reati fiscali e bancarotta fraudolenta, abusivismo edilizio, abusivo porto di armi, violazione delle prescrizioni di sorveglianza speciale, violazione agli obblighi di dimora e danneggiamento.