L’Università di Salerno prevede la possibilità di un’opportunità “Identità Alias” per gli studenti che vogliono intraprendere un percorso di transizione del proprio genere.
Un gesto di civiltà e di attenzione per quanti ancora sono alle prese con problemi burocratici e pregiudizi per quanto concerne la propria sessualità e la propria identità sessuale.
Il rappresentante degli studenti in Senato Accademico Umberto Di Benedetto, membro della coalizione Studenti Unisa, illustra come si acquisisce tale possibilità e quali opportunità offre a chi ne è titolare.
Di Benedetto, cosa significa “Identità Alias”?
Attualmente sono molti gli Atenei, fra cui quello di Milano-Bicocca, che garantiscono a coloro che intraprendono un percorso di transizione di genere e rettificazione di attribuzione di sesso, secondo quanto previsto dalla legge numero 164 del 1982, così come modificata dal decreto legislativo numero 150 del 2011, la creazione e l’impiego all’interno dell’Università di una identità alias, ovverossia di un nome diverso da quello anagrafico e corrispondente alla nuova identità in fase di acquisizione.
Chi e secondo quali modalità può fare richiesta della “identità alias”?
Secondo quanto previsto dall’Ateneo di Salerno può farne richiesta chi, trovandosi nella situazione di transizione appena descritta, rientra in una delle seguenti componenti della comunità universitaria: studenti, studentesse, dottorandi/e, assegniste/i di ricerca e dipendenti, rispetto a cui il riferimento va al personale ricercatore, docente e tecnico-amministrativo. L’accesso alla “identità alias” è subordinato a una specifica procedura.
Cosa ha portato voi della coalizione Studenti Unisa a supportare questa iniziativa?
L’identità di genere è un argomento complesso quanto delicato, un argomento strettamente legato alla sensibilità individuale della persona. Noi siamo rappresentanti degli studenti, e l’identità alias crediamo sia un passo verso la tutela di quella sensibilità individuale propria di tutti i membri di questo Ateneo. Esistono da sempre le questioni morali nelle comunità, ma il compito di affrontarle è proprio di chi vive quelle questioni.
L’Ateneo Universitario ha il compito e l’onore di perseguire lo studio e la conoscenza anche e soprattutto della morale che cresce con lo Stato e con il mondo, e noi rappresentanti vestiamo proprio il ruolo di esprimere un’opinione su queste tematiche.