FISCIANO. Il ruolo dei media negli anni di Tangentopoli. Questo il tema del seminario che ha visto il giornalista napoletano Sandro Ruotolo, ospite del corso di Public and Digital History all’università di Salerno tenuto dal professore Marcello Ravveduto. Al convegno ha partecipato anche una delegazione del liceo classico di Agropoli.
Ruotolo ha fatto una panoramica generale partendo dagli anni antecedenti Tangentopoli. Quelli che hanno preparato il terreno alla corruzione. «C’è un episodio chiave che ha cambiato lo scenario politico in Italia: la caduta del muro di Berlino nel 1989. Il crollo degli ideali fece sì che non ci fosse più necessità di quello schieramento politico rappresentato dalla Dc e dal Partito Comunista. Si ruppero gli equilibri, anche con le mafie. Durante gli anni di Tangentopoli intervistai l’uomo che teneva il conto privato di Bettino Craxi. Finanziava il partito socialista, sì, ma aveva anche un conto personale e qualcuno che gestiva tutte le sue spese. Oggi non è più così, i partiti si finanziano da soli. Ed il politico è diventato un lavoro. Non ci sono più i valori e l’identità. Ai funerali di Berlinguer si presentò Giorgio Almirante…» dice Ruotolo.
«Oggi l’Italia è diventata un paese fragile, costretta a sorbire una politica completamente differente. Abbiamo Salvini che fa foto tra i migranti, se questo vuol dire fare politica allora siamo messi male» prosegue il giornalista.
Sulle mafie, terreno familiare a Ruotolo che, dal 2005, è sotto scorta per le inchieste portate avanti sui rifiuti tossici in Campania, l’ex candidato di Rivoluzione Civile sottolinea che «Mani pulite (pool che ha condotto le inchieste su Tangentopoli, ndr) non è stata solo a Milano, ma in tutta Italia. I mafiosi fanno affari lì dove c’è denaro, anche se per essere riconosciuti come tali hanno bisogno di mantenere un rapporto col territorio. Ma la mafia è ovunque. È un’organizzazione che è entrata nel mondo della Finanza e che si sta evolvendo al passo coi tempi. Si sta ristrutturando. Tant’è che nel Pil italiano vengono calcolati anche i proventi mafiosi».
Durante il seminario si è parlato anche di media. «Ai grandi cambiamenti dettati da Tangentopoli, abbiamo reagito. Con Santoro, in Rai, realizzammo diversi programmi: da Samarcanda a Il rosso e il nero, fino a Sciuscià e il recente Annozero. Nonostante tutto, fummo costretti a scontrarci col ventennio berlusconiano, con l’editto bulgaro. Oggi è diverso. Il web domina il palcoscenico, quindi censura ed epurazioni sono più difficili, anche se è un’idea che partiti come il Movimento 5 Stelle hanno portato avanti. C’è da dire anche che, oggigiorno, molti giornalisti sono sudditi. Sono qui con due carabinieri, sotto scorta, per le mie inchieste sui traffici di rifiuti in Campania. Siamo in pochi, però, a fare questo tipo di inchieste. Se fossimo in tanti sarebbe diverso e nel periodo storico posso assicurarvi che eravamo parecchi».