Irregolarità presunte sulle assunzioni all’Università degli Studi di Salerno: la denuncia arriva da un gruppo di dipendenti in servizio da oltre 15 anni. Ecco la nota che dichiara quanto sta avvenendo in questi anni, giunta alla nostra redazione
Salerno, irregolarità presunte sulle assunzioni all’Università: la denuncia
Presunte irregolarità all’Università degli Studi di Salerno: la denuncia arriva da un gruppo di dipendenti in servizio da oltre 15 anni. Ecco la nota che dichiara quanto sta avvenendo in questi anni.
“Buongiorno, siamo un gruppo di dipendenti dell’Università degli Studi di Salerno in servizio da oltre 15 anni che hanno deciso di scrivere ai propri colleghi ed agli Organi di informazione consci di offrire un pubblico servizio alla Comunità UniSa ed alla Collettività al fine di far prevalere la correttezza e la trasparenza anche in virtù delle centinaia di assunzioni che si stanno compiendo in questi anni/mesi che, si spera, possano costituire l’ossatura di una nuova generazione di dipendenti leali e perennemente ispirati agli ideali di onestà e rispetto.
Si espongono una serie di irregolarità perpetrate dall’Università relativamente sia alle attività di vigilanze retribuite di prove selettive per l’accesso ai Corsi di studio ad accesso programmato, di concorsi pubblici ed altre procedure selettive nonché agli affidamenti degli incarichi retribuiti al personale”.
La nota
“Per le attività di vigilanze è stato costituito un apposito Albo il 25/05/2021 per il quale i dipendenti esprimono la loro adesione in maniera spontanea e volontaria e da cui l’Ateneo attinge le unità di personale al fine di conferire loro le attività in questione.
Per le attività di vigilanze è prevista una retribuzione di Euro 40,00 (lordi) ad ogni unità di personale incaricata per ciascuna sessione di partecipazione; quindi, se in una singola giornata sono programmati 2 turni di vigilanze ed una specifica unità di personale partecipa ad entrambe le sessioni, alla medesima spettano Euro 80,00 (lordi) e così via.“
Le irregolarità presunte
“L’Università, fin dalla costituzione dell’Albo il 25/05/2021, non ha mai chiarito ufficialmente con circolari, regolamenti ovvero altri atti come viene effettivamente scelto il personale al quale affidare le attività di vigilanze retribuite senza contare che il personale di Ateneo non affidatario, per ogni tornata di vigilanze, non è mai stato informato in riguardo a chi concretamente viene scelto né eventuali criteri seguiti per gli affidamenti in tal senso non potendosi, quindi, verificare nemmeno una reale alternanza tra il personale affidatario.
Considerando il numero di tornate di vigilanze, le rispettive sessioni e il personale affidatario nell’arco di 3 anni, si rileva l’erogazione in totale di svariate decine di migliaia di Euro in favore quasi sempre degli stessi dipendenti senza verifica e controllo alcuno né, tra l’altro, alla reale alternanza tra il personale affidatario.
L’irregolarità è verificabile da qualsiasi dipendente, iscritto all’Albo, potendo esercitare un formale accesso documentale e/o accesso civico generalizzato singolarmente ovvero collettivamente od ancora per mezzo della propria organizzazione sindacale se iscritto o alla quale conferisce mandato.
Situazione analoga agli affidamenti degli incarichi retribuiti al personale diverse dalle vigilanze di cui sopra e che non siano legati a specifici incarichi derivanti dalle funzioni istituzionali e per i quali tutto il personale, potenzialmente, avrebbe potuto/potrebbe partecipare.
Ad ottobre 2023 è stata emanata una circolare in cui il personale veniva invitato a mandare la propria candidatura per le attività di supporto tecnico-informatico retribuito come lavoro straordinario ai corsi di preparazione che l’Ateneo organizza in vista dei TOLC-MED rispettando determinati requisiti in riguardo alle conoscenze/competenze possedute dai candidati e all’ordine cronologico delle candidature pervenute.“
Gli incarichi affidati senza criterio
“Siamo venuti a conoscenza del fatto che negli anni scorsi, in particolare negli ultimi 3 anni, taluni affidamenti di incarichi retribuiti siano avvenuti senza nessun criterio né nessun avviso rivolto al personale rilevando che addirittura, una specifica unità di personale da sempre vicina ad una parte della Dirigenza di Ateneo, sia risultata sempre affidataria di talune attività anche quest’anno nonostante la circolare di cui si scriveva prima. Le risultanze hanno mostrato che taluni affidamenti indebiti hanno superato le decine di migliaia di Euro.
A completare il quadro di irregolarità, c’è da dire che l’ordine cronologico delle candidature non è da ritenere congruo per la scelta degli affidatari sia nello specifico caso degli affidamenti retribuiti nei quali vengono richieste determinate conoscenze/competenze ai candidati nonché nelle attività di vigilanze retribuite per le quali, come noto, non vi sono specifici requisiti da seguire da parte del personale se non quello di essere iscritti all’Albo delle vigilanze costituito il 25/05/2021.
La sconvenienza dell’ordine cronologico delle candidature è lampante per il fatto che, abbiamo appreso, le circolari che informano il personale degli affidamenti/incarichi retribuiti prima di essere comunicate su un canale comunicativo interno vengono visualizzate in anteprima sul protocollo informatico da una parte dei dipendenti che, pertanto, sono nettamente avvantaggiati rispetto agli altri che godono, pertanto, di una migliore opportunità di essere gli affidatari per aver appreso ben prima dei propri colleghi in riguardo a talune selezioni ed avvisi di specie.
L’Università è un Ente Pubblico e non certamente una televendita degli anni ’90 in cui alle prime persone che telefonavano veniva regalata loro la nota batteria di pentole Mondial Casa: tutti i dipendenti devono partire dai nastri di partenza con le stesse condizioni e le stesse possibilità di essere scelti e, la migliore metodologia in tal senso, non può che non essere l’estrazione a sorte come avviene nella Pubblica Amministrazione in via generale e come avviene nelle selezioni dei componenti delle commissioni, ad esempio, nell’ambito della Docenza.“
Il reato di abuso d’ufficio
“Dalle condotte spregiudicate da parte dell’Ateneo descritte affiorano illeciti penali riconducibili all’abuso d’ufficio ai sensi dell’art. 323 c.p. dal momento che, come è palese, si è procurato volutamente a determinate coorti di dipendenti per vari anni un ingiusto vantaggio patrimoniale arrecando ad altri un danno ingiusto considerando che il personale non è stato mai reso edotto nonostante avesse avuto il diritto di esserne a conoscenza e l’Ateneo, di contro, l’obbligo per legge ad informare come è stato fatto per la prima volta soltanto quest’anno.
Le condotte impudenti e disinvolte dell’Università fanno affiorare anche violazioni in ordine al danno erariale che, a latere dell’aspetto patrimoniale, senz’altro evidenziano anche danni non patrimoniali di interessi pubblici giuridicamente protetti, in particolare il danno all’immagine della Pubblica Amministrazione, inteso come grave perdita di prestigio a seguito del detrimento dell’immagine e della personalità pubblica dello Stato o altro Ente Pubblico derivante da un’azione illecita di un suo Amministratore, Funzionario o Dirigente.“