Gli abusi risalgono al maggio del 2013 quando il giovane straniero residente nella Valle dell’Irno, allora 29enne, fu accolto in canonica da un frate.
All’epoca dei fatti, il giovane aveva grosse difficoltà economiche e non aveva un posto dove dormire, così, il frate gli offrì un lavoro come autista e un alloggio. Però, come riportato dal giovane nella denuncia formale fatta in Procura a settembre 2013, il frate avrebbe chiesto in cambio rapporti sessuali, altrimenti il giovane avrebbe perso “tetto e lavoro”.
Dopo la denuncia è partita l’inchiesta che ha riconosciuto al frate l’accusa di violenza sessuale continua e aggravata, e chiedendo per lo stesso gli arresti domiciliari.
In un primo momento il gip rifiutò la misura cautelare ma, successivamente, fu formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio.
A maggio inizierà il processo ma il giovane, oltre i risarcimenti morali e materiali, vuole che intervenga la Chiesa.
Lo fa con una lettera inviata al Papa Francesco ieri mattina, in cui lo mette al corrente della situazione e in cui chiede provvedimenti, non solo per il frate accusato, ma anche per il sacerdote che, conoscendo i fatti non è intervenuto, e per il Vescovo Mons. Luigi Moretti che non ha sospeso il frate nonostante le pesanti accuse.