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Valle dell’Irno, la gang dei furti a processo: chiesto rinvio a giudizio per 10 persone

La gang dei furti va a processo. La Procura di Nocera Inferiore ha chiesto il rinvio a giudizio per 10 persone a seguito della maxi indagine condotta dal pm Davide Palmieri, concentrata nella Valle dell’Irno, tra Mercato San Severino, Baronissi e Castel San Giorgio e Montoro. L’accura è di furto, uno commesso mentre la vittima era ad un funerale, estorsione ed usura.

La gang dei furti a processo: chiesto rinvio a giudizio per 10 persone

L’attività investigativa partì nel 2019, dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Le azioni ricostruite dalla polizia giudiziaria – stando alle accuse – sarebbero state commesse con un modus operandi violento. Il gruppo era specializzato in furti in abitazioni. Gli imputati sono tutti residenti in Provincia di Salerno, tra Agro nocerino sarnese e Valle dell’Irno. Tra le accuse contestate anche le estorsioni, spesso aggravate da minacce e violenza.

Il modus operandi

Per un episodio di usura, inoltre, il tasso raggiunse anche il 400% di interessi su di una somma di denaro iniziale prestata. Come riporta Il Mattino, alcuni episodi sono stati fondamentali per ricostruire il modus operandi della banda: 16 aprile 2019 alcuni del gruppo entrarono in casa di una delle vittime individuate, sfondando portone d’ingresso e impianto di videosorveglianza. Dall’interno della casa portarono via anche delle armi, come un fucile calibro 16, un calibro 20, una carabina calibro 9, oltre a monete d’argento e vari oggetti preziosi, dieci assegni e un libretto postale. L’anno prima, nel 2018, un altro furto fruttò ad almeno quattro persone catenine d’oro e orologi.

Le accuse

Per buona parte degli imputati c’è anche l’accusa di detenzione illegale di armi da fuoco, come undici pistole, un fucile a pompa, tre pistole giocattolo modificate, un fucile marca Benelli ed ulteriori sei fucili custoditi da uno dei soggetti attenzionati, che li aveva nascosti per conto di tutti i sodali per tenerli sempre a disposizione in caso di necessità. Nel corso del lavoro di intercettazione, gli imputati cambiarono più volte schede telefoniche con intestazioni fittizie per provare a spariredai radar degli inquirenti. Ora il vaglio del gip, prima del processo.


Fonte: Il Mattino

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