VALLO DELLA LUCANIA. La Corte di Cassazione di Roma ha emesso, ieri, la sentenza sul caso Francesco Mastrogiovanni. I giudici della Quinta Sezione penale della Suprema Corte hanno confermato la condanna per tutti gli imputati, medici e infermieri, accusati di sequestro di persona, reato configurato per la decisione di tenere il 58enne, maestro di Castelnuovo Cilento, legato ad un letto per 84 ore, mangiando una sola volta, al momento del ricovero, ed ingerendo poco più di un litro di liquidi da una flebo prima della morte avvenuta, per edema polmonare, il 4 agosto del 2009 all’interno del reparto di Psichiatria dell’ospedale ‘San Luca’ di Vallo della Lucania.
Vallo della Lucania, caso Mastrogiovanni: condannati i sanitari
Prescritto, invece, il reato relativo alla morte come conseguenza di altro delitto. Annullamento della sentenza, infine, per il reato di falso in cartella con il procedimento che è stato rinviato alla Corte d’Appello di Napoli, che in sede civile dovrà anche valutare il danno patito dalle parti lese, costituitesi in giudizio. La Corte di Cassazione ha rideterminato la pena per i medici Rocco Barone e Raffaele Basso ad 1 anno e 3 mesi di reclusione, 10 mesi per Amerigo Mazza e Anna Angela Ruberto.
Rigettato il ricorso presentato da Michele Di Genio, per il quale è stata dichiarata irrevocabile la condanna per sequestro di persona in concorso, mentre è stata annullata la sentenza per falso ideologico in concorso, con rinvio per nuovo giudizio alla Corte d’Appello di Napoli. Confermata la pena per Michele Della Pepa. Per quanto concerne gli 11 infermieri, infine, condanna a 8 mesi per Giuseppe Forino, Nicola Oricchio, Alfredo Gaudio e Massimo Scarano; 7 mesi a Maria D’Agostino Cirillo, Antonio De Vita, Massimo Minghetti, Antonio Tardio Maria Carmela Cortazzo e Raffaele Russo; annullata la sentenza per Antonio Luongo per il decesso dell’imputato.