Salerno

Vallo di Diano a rischio trivellazioni. Il comitato "Vallo a difendere" presenta una petizione

Pochi giorni prima del Natale 2016 si è riaperto il capitolo petrolio nel Vallo di Diano con la nuova procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) richiesta dalla Shell E&P S.p.A. al Ministero dell’Ambiente, nell’ambito dell’istanza di permesso di ricerca di idrocarburi “Monte Cavallo”, che interessa, oltre ai paesi della Basilicata a ridosso dei Monti della Maddalena (Brienza, Marsico Nuovo, Paterno, Tramutola), alcuni paesi del Vallo di Diano (Atena Lucana, Montesano sulla Marcellana, Padula, Polla, Sala Consilina, Sant’Arsenio, Sassano e Teggiano).

E’ da premettere che questa procedura non sarebbe stata necessaria per la Shell se la compagine del SI non fosse stata sonoramente sconfitta al referendum sulle cosidette “riforme costituzionali” lo scorso 4 dicembre. Cosicché, l’industria petrolifera in questione ha dovuto, gioco forza, ripercorrere un iter amministrativo che aveva interrotto lo scorso anno, forse sperando in un esito diverso della consultazione referendaria. Per fortuna l’Italia intera ha risposto con una valanga di NOal tentativo di stravolgere l’assetto costituzionale che i padri costituenti ci avevano lasciato in eredità. Molti amministratori locali hanno fatto campagna elettorale attiva per il SI, tranne qualche rara eccezione.

Tutti i membri del Comitato “Vallo a difendere”, invece, consci anche del pericolo che si annidava dietro lo svuotamento delle prerogative degli enti regionali, hanno attivamente e coerentemente proposto il NO durante la campagna referendaria. Gli stessi, in questo nuovo scenario di lotta politica, hanno preparato e spedito, in data 11– 01- 2017, una petizione alla Regione Campania in cui si chiede espressamente di bocciare qualsiasi richiesta di ricerca di idrocarburi nel Vallo di Diano e, in particolare, l’istanza della Shell denominata “Monte Cavallo”. E’ stata anche redatta una petizione online, che affiancherà una raccolta di firme che verrà effettuata in luoghi pubblici nei giorni meno rigidi di questo inverno.

Il testo della petizione online è reperibile ai seguenti link

https://www.change.org/p/notrivellazioni-vallo-di-diano

https://www.facebook.com/groups/371319696371920/

Lo scorso 26 gennaio 2017, presso il bar Paladino a Sala Consilina, il Comitato ha organizzato una conferenza stampa alla quale ha partecipato il consigliere regionale Michele Cammarano del M5S. Nel corso della conferenza stampa il consigliere Cammarano ha illustrato le misure di tutela del territorio che il M5S avrebbe voluto mettere in campo se fossero stati approvati due emendamenti al disegno di legge per il rilancio dell’economia campana collegato alla legge di stabilità. In questi emendamenti si definivano i Monti della Maddalena e il Vallo di Diano (e altre zone campane), come aree di importanza strategica idropotabile. Secondo questi emendamenti, purtroppo bocciati dalla maggioranza, in questi stessi luoghi, chiamati “Santuari dell’acqua”, sarebbe stata vietata qualsiasi attività non compatibile con la tutela della risorsa idrica.

Il Comitato, infine, ha lanciato un appello a tutte le associazioni e forze sociali per creare un fronte comune per poter contrastare la possibilità di accettare qualsiasi avamposto sul territorio da parte delle multinazionali del petrolio. Sono stati letti, durante la conferenza stampa, alcuni passi tratti dall’enciclica “Laudato si’ ” di Papa Francesco ed è stato fatto un esplicito invito alla Curia della Diocesi di Teggiano-Policastro, affinché i concetti espressi nell’enciclica possano essere ribaditi durante le prediche domenicali. Sono state infine messe in evidenza le incongruenze degli amministratori locali che, durante la campagna referendaria hanno risposto all’imperioso comando del governatore della Regione, lanciato dall’Hotel Ramada a Napoli. Gli stessi amministratori, adesso, cercano di contrastare le mire della Shell. Inoltre, alcuni Enti, sempre a guida dei paladini del SI, chiamati a redigere le osservazioni sull’istanza presentata dalla Shell, hanno chiamato a partecipare a un tavolo tecnico anche associazioni che non perseguono fini di tutela ambientale, ma che – forse – sono gradite al manovratore. Il “Comitato Vallo a difendere”, nel manifestare compiacemento per essere stato escluso, insieme alle sue componenti, dal novero di queste associazioni, continuerà a promuovere la petizione e ad agire localmente, tenendo conto di un sentire globale, ossia di una visione del futuro che prescinde da un modello produttivo fondato sui carburanti fossili.

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