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Tenta di violentarla e poi la licenzia: condanna confermata all’imprenditore di Castelcivita

Tentata violenza sessuale Francolise arrestato  

Immagine di repertorio

L’aveva assunta come segretaria con il preciso scopo di abusare di lei approfittando dello stato di totale indigenza in cui viveva la ragazza. Non ci sono stati sconti per D.L., 57enne di Castelcivita, titolare di un deposito di carburante agricolo e di un bar. Accusato di aver reso la vita impossibile a una giovane di Eboli.

Castelcivita, tenta di violentare una donna ma poi la licenzia, confermata condanna per un imprenditore

L’aveva assunta come assistente con l’intento di sfruttarla, e, approfittando della sua totale precarietà. La donna viveva con un compagno disoccupato presso i suoceri e aveva una figlia di 5 anni. L’uomo esercitava pressioni sul suo disperato bisogno di soldi per sottoporla a continui ricatti e abusi sessuali. Non ci sono stati sconti per D.L., 57enne di Castelcivita, titolare di un deposito di carburante agricolo e di un bar. Accusato di aver reso la vita impossibile a una giovane di Eboli, che si è costituita parte civile nel processo attraverso l’avvocato Marco Martello.

La fine di questa drammatica vicenda è stata decisa dalla settima sezione della Corte di Cassazione. Ha rigettato il ricorso presentato dal difensore dell’imputato, l’avvocato Danilo Laurino, rendendo definitiva la sentenza emessa a giugno 2023 dal collegio della prima sezione penale del tribunale di Salerno e confermata in Appello, che condanna l’accusato a 5 anni e sei mesi di reclusione. La questione è emersa a seguito della denuncia della giovane madre, licenziata dal suo lavoro.

Nella querela presentata dalla giovane, sono riportate tutte le minacce del soggetto. L’uomo costringeva la propria dipendente a continui tentativi di approccio, fino a veri e propri ricatti. “Pensaci bene: se continui a rifiutarmi, puoi anche tornare a casa”, le diceva. La giovane si era a poco a poco adattata ai ripetuti palpeggiamenti da parte dell’uomo, continuando a rifiutare fermamente “l’invito” ad avere rapporti sessuali completi. La situazione è divenuta più critica quando l’imputato ha intuito di poter avvalersi della situazione finanziaria della ragazza, prestando dei soldi al cognato e assistendo anche il compagno della giovane nell’organizzazione della festa di compleanno della figlia.

Si è così instaurato un vero e proprio stato di sudditanza della vittima, che considerava il datore di lavoro come l’unica via di sostentamento per la sua famiglia. La situazione è poi degenerata quando il 57enne, convinto di avere il controllo sulla ragazza, tentò di abusare di lei con la forza, non riuscendo a completare l’azione soltanto grazie alla reazione della giovane, che alla fine fu licenziata.

 

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