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Violenza nell’ospizio, chiesti sei riti abbreviati: il caso

ACERNO. Richieste di riti alternativi sono state presentate ieri, al giudice dell’udienza preliminare, Pietro Indinnimeo, dai legali degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sui maltrattamenti nella comunità tutelare di Acerno. Sei quelli che hanno chiesto il rito abbreviato condizionato, mentre un altro ha scelto di patteggiare la pena.

Il gup ha aggiornato al prossimo 23 ottobre il dibattimento, per visionare i filmati delle telecamere posizionate nella sala comune all’interno della casa di riposo che mostrerebbero i maltrattamenti inflitti ad anziani e minorati psichici ospiti della struttura: s’intende, infatti, avere una visione completa dei fatti non basata solo su trascrizioni delle intercettazioni ma anche sui video che furono girati dai Carabinieri della Compagnia di Battipaglia, in modo da capire dal comportamento degli addetti, se ci siano state violenze oppure solo comportamenti inadatti. L’inchiesta partì dalla denuncia di due ex dipendenti della società che gestisce l’ospizio di via Roma.

Attraverso l’ausilio di telecamere nascoste, la Procura salernitana verificò quanto stava accadendo tra le mura della comunità tutelare e nei guai finirono complessivamente 18 persone, tra direttore ed operatori, ritenute responsabili di maltrattamenti continuati aggravati nei confronti degli ospiti della struttura. Il pm Francesca Fittipaldi chiese il processo per 16 indagati finiti sotto inchiesta dopo il blitz dello scorso autunno: due di loro patteggiarono una pena di un anno e 9 mesi.

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