Sono un tormentone che purtroppo ciclicamente si ripete, anche perché sembra che non si fermino mai per l’affidamento che gli utenti della rete scarsamente informati continuano a riporre.
Le catene di Sant’Antonio
Si tratta delle “Catene di Sant’Antonio” che imperversano sulle messaggerie istantanee e che spesso ci vengono trasmesse attraverso falsi messaggi che ci persuadono a condividerle per ottenere benefici che sono del tutto campati in aria perché non corrispondono mai alla verità. Ancora una volta lo “Sportello dei Diritti” ritiene utile rilanciare la necessità di smascherare una volta per tutte, quella del finto messaggio che preannuncia il pagamento della nota app di messaggistica “Whatsapp” se s’interrompe la catena e non lo s’inoltra a 20 contatti.. Anche la Polizia Postale nelle scorse ore ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” con il quale ha ricordato testualmente “FAKE.La solita Catena di S. Antonio. Non condividete questi messaggi. #essercisempre
*_AVVISO IMPORTANTE A TUTTI GLI UTENTI WHATSAPP_*
???? | Dopo la nuova vendita del servizio finora gratuito offerto da whatsapp, il nuovo direttore Yong Lin, durante la conferenza a stampa tenuta stamani *03 Gennaio 2018* a Shangai ha annunciato che da sabato mattina *13 Gennaio 2018* whatsapp diventerà a pagamento! Se hai almeno venti contatti manda questo messaggio a loro. Così risulterà che sei un utilizzatore assiduo e il tuo logo diventerà blu e resterà gratuito (ne hanno parlato al tg).
Whatsapp costerà 0,01€ al messaggio.
*FATE GIRARE*”.
È bene ricordare, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che “Whatsapp”, almeno per il prossimo futuro e salvo diverse indicazioni ufficiali degli sviluppatori e titolari del marchio, è un’applicazione completamente gratuita. È evidente, quindi, che tutte queste “Catene di Sant’Antonio” sono false e possono essere interrotte evitando semplicemente di condividerle.