Cronaca

Lotta contro Alzheimer e Parkinson, arrivano farmaci che invertono il declino cellulare

test innovativo declino cognitivo
foto di repertorio
foto di repertorio

La scienza medica compie nuovi passi significativi nella lotta contro due gravi malattie neurodegenerative, il morbo di Alzheimer e il Parkinson. Queste patologie, strettamente legate all’invecchiamento, rappresentano una delle principali sfide della medicina moderna. Riuscire a contrastarle potrebbe migliorare significativamente la qualità e la durata della vita, rendendola più lunga, sana e attiva.

Salute, passi avanti nella cura di Alzheimer e Parkinson

Un team di ricercatori dell’azienda biofarmaceutica CCM Biosciences ha sviluppato un approccio innovativo basato su un meccanismo biofisico di attivazione enzimatica recentemente scoperto. I ricercatori hanno creato nuovi attivatori enzimatici di prima categoria capaci di ripristinare la funzionalità di enzimi chiave legati all’invecchiamento cellulare, come il Sirtuin-3 (SIRT3).

Questo enzima svolge un ruolo cruciale nella regolazione dell’invecchiamento mitocondriale, e il suo ripristino potrebbe rappresentare un importante passo avanti nel trattamento non solo di Alzheimer e Parkinson, ma anche di patologie cardiovascolari e metaboliche.

Attivare enzimi come il SIRT3 non è un’impresa semplice, poiché si basa su un processo noto come modulazione allosterica, applicabile solo a una piccola frazione delle proteine esistenti. Tuttavia, i ricercatori di CCM Biosciences, in collaborazione con il team di Chakrabarti Advanced Technology, hanno ampliato questa capacità, andando oltre i limiti della modulazione allosterica. I nuovi composti sviluppati migliorano l’attività del SIRT3, potenziando la sua sensibilità al cofattore metabolico NAD+, i cui livelli tendono a diminuire con l’avanzare dell’età, contribuendo allo sviluppo di diverse malattie legate all’invecchiamento.

Lo studio

I risultati, pubblicati sulla rivista Physical Review X, mostrano che i composti sono in grado di ripristinare completamente l’attività enzimatica di SIRT3 anche in presenza di livelli ridotti di NAD+. Questa scoperta non riguarda solo le malattie neurodegenerative: secondo i test preliminari, il trattamento potrebbe essere efficace anche in alcuni casi di infertilità e in altre patologie legate al metabolismo.

Gli investimenti in questa area di ricerca sono significativi e, secondo quanto riferito, le sperimentazioni cliniche dei nuovi farmaci potrebbero iniziare già nel 2025.

Michael Pollak, docente di medicina, oncologia e farmacologia presso la McGill University, ha elogiato i progressi compiuti in questo campo. “Sono decenni che la scienza cerca di regolare le sirtuine, fortemente legate ai disturbi dell’età. Le scoperte di CCM Biosciences sulla progettazione di farmaci capaci di attivare le principali vie mitocondriali regolate dalle sirtuine rappresentano una svolta. Il piano per la valutazione clinica di questi farmaci offre nuove speranze per lo sviluppo di trattamenti efficaci e sicuri,” ha dichiarato Pollak con entusiasmo.

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