CronacaPolitica

Matteo Salvini e il caso Vannacci: “Condanna al rogo non ragionevole”

Matteo Salvini, ministro e vicepremier, allarga la crepa nel centrodestra sul caso Vannacci. C’è uno spazio politico da occupare subito, quello dove si è ben accomodato il generale che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha destituito con provvedimento disciplinare per le tesi omofobe, contro i migranti e le femministe del suo libro.

Matteo Salvini e il caso Vannacci: cosa ha detto il ministro

Fonti leghiste fanno infatti sapere di una “telefonata molto cordiale” tra il vicepremier Matteo Salvini ed il parà. Salvini promette che leggerà il libro e intanto chiede di giudicare il generale “per quello che fa in servizio. Se poi scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di Stato o il suo lavoro ha tutto il dovere e diritto di farlo. La condanna al rogo come Giordano Bruno non mi sembra ragionevole“.

La spaccatura in maggioranza è evidente e basta leggere il pensiero di un esponente di Forza Italia, Giorgio Mulè: “in questa storia del libro del generale Roberto Vannacci non c’è possibilità di sbagliare: si sta convintamente dalla parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto“, afferma il vicepresidente della forzista della Camera.

Sgarbi attacca Crosetto

Intanto Vittorio Sgarbi torna ad attaccare Crosetto in un ipotetico gioco delle pagelle sul governo: “Gli do un 4“, lo boccia il sottosegretario alla Cultura di Fi. Tra mille distinguo i Fratelli d’Italia sottolineano che il punto non è la difesa della tesi estreme di Vannacci, ma la pretesa della minoranza di dire cosa è giusto e cosa no. “Donzelli non è in contrapposizione con Crosetto – rimarca Salvatore Deidda – ma chiarisce un concetto che solo il Pd non comprende: non sono loro a rappresentare la maggioranza degli italiani, ne gli italiani ritengono che il Pd possa decidere cosa è lecito o no scrivere”.

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