Cronaca

Saman Abbas, la prima foto della mamma dopo l’arresto in Pakistan: il 12 giugno udienza per l’estradizione

L’ufficio stampa della polizia del distretto di Gujranwala, nel Punjab, in Pakistan, ha diffuso la prima foto di Nazia Shaheen, la mamma di Saman Abbas, la 18enne uccisa a Novellara nell’aprile del 2021, dopo il suo arresto. La donna, insieme al marito Shabbar, è stata condannata all’ergastolo in Italia per l’omicidio della figlia ed è stata latitante fino alla scorsa settimana, quando è stata fermata in un villaggio ai confini con il Kashmir, a Kharian. Su di lei c’era un mandato di cattura internazionale.

Saman Abbas, la prima foto della mamma dopo l’arresto in Pakistan

Nell’immagine, diffusa in Italia dai canali social della trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto?, viene mostrata la donna vestita interamente di bianco, coperta da un velo, mentre veniva trasferita da Gujranwala alla capitale Islamabad, dove ha sede il tribunale con competenze internazionali che dovrà decidere sulla sua estradizione, già concessa nei mesi scorsi al marito Shabbar. L’udienza è in programma il prossimo 12 giugno. Al momento, la donna si trova nel carcere di massima sicurezza di Adyala.

Secondo i giudici della Corte d’Assise di Reggio Emilia, che hanno condannato all’ergastolo i due coniugi, l’ipotesi è che sia stata proprio la mamma a uccidere materialmente Saman, per evitare altre fughe con il fidanzato e altri tentativi di indipendenza rispetto alla volontà famigliare. Secondo i magistrati, fu ad esempio lei, la sera del 30 aprile 2021, a condurre la figlia in quell’ultima passeggiata, accompagnando insieme al marito “letteralmente la figlia a morire”.


“Lo zio Danish e i miei nipoti l’hanno uccisa”: il papà di Saman Abbas cambia versione sull’omicidio
Nazia, dubito dopo la morte di Saman, era fuggita in Pakistan con il marito, che però nei mesi scorsi era stato arrestato. Lei era rimasta l’unica ad essere latitante. Entrambi sono stati condannati all’ergastolo, mentre lo zio Danish è stato condannato a 14 anni di reclusione. La Corte ha invece assolto i cugini della ragazza, Ikram Ijaz e Nomanulhaq.

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