La Procura ha avviato una inchiesta su un presunto audio rubato a Gennaro Sangiuliano e diffuso da Report. Due le denunce presentate: quella appunto dell’ex ministro della Cultura e della moglie Federica Corsini. Gli avvocati: “File acquisito illegalmente, avevamo già avvertito il programma di Rai 3”.
Sangiuliano, audio rubato e diffuso da Report: scatta inchiesta
La captazione illecita di una conversazione privata e la divulgazione di atti riservati sono le ipotesi di reato che hanno portato la Procura di Torre Annunziata ad avviare un’inchiesta, dopo le due denunce presentate dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e dalla moglie Federica Corsini.
Un nuovo fascicolo è stato aperto, basato sulle denunce presentate a Torre Annunziata, per fare chiarezza sul ruolo dell’imprenditrice vesuviana Maria Rosaria Boccia, in relazione a quanto trasmesso domenica scorsa da Report su Rai Tre. L’indagine è seguita dal procuratore oplontino Nunzio Fragliasso e si aggiunge a quella già avviata a Roma per minaccia a corpo politico dello Stato e lesioni, che coinvolge la stessa Maria Rosaria Boccia. Questa nuova fase investigativa scaturisce da una valutazione precisa da parte della difesa dell’ex ministro Sangiuliano, rappresentata dall’avvocato penalista Silverio Sica. In sintesi, si ipotizza che la presunta captazione abusiva della conversazione pubblicata da Report sia avvenuta a Pompei, città di residenza di Maria Rosaria Boccia, la quale rientra nella giurisdizione della Procura di Torre Annunziata.
Cosa ha spinto i legali di Sangiuliano e Corsini a presentare una denuncia? Al centro della questione c’è la registrazione di una conversazione telefonica tra l’ex ministro e sua moglie, riguardante questioni di natura privata. In attesa di ulteriori verifiche, si ipotizza che l’imprenditrice vesuviana possa aver registrato la telefonata tra i coniugi e successivamente averla inviata alla redazione di Sigfrido Ranucci.
L’ipotesi
Questa è un’ipotesi che dovrà essere esaminata dalla magistratura, così come la versione fornita dall’imprenditrice, la quale ha presentato un esposto a Roma lo scorso settembre riguardo al suo rapporto con l’ex ministro e alla mancata nomina a consulente per la Cultura. Tuttavia, concentriamoci sul caso attualmente in esame a Torre Annunziata. Ci sono due aspetti da considerare: la registrazione illecita (probabilmente effettuata tramite un cellulare durante una conversazione a voce alta tra Sangiuliano e sua moglie) e la successiva diffusione della registrazione.
È probabile che quella registrazione si trovi tra i documenti dell’indagine del fascicolo romano, che rimane attualmente sotto segreto investigativo. Non si sono svolte udienze davanti al Riesame e l’inchiesta è ancora in corso. Come è stata ottenuta quella registrazione audio? L’indagine ha ora due obiettivi principali: verificare la questione della competenza territoriale e approfondire l’ipotesi presente negli atti: quale motivo c’è dietro il furto di una conversazione tra coniugi? E perché diffonderla?
L’inchiesta
In merito alle critiche seguite all’ultima puntata di Report, il conduttore Sigfrido Ranucci ha dichiarato a “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1: «Rispetto le opinioni espresse, ma non le condivido. Non sono sicuro che il servizio sia stato visto nella sua interezza; per la prima volta, infatti, raccontava un evento che ha suscitato interesse a livello internazionale». Ranucci ha poi aggiunto: «L’audio “contestato” non contiene nulla di riservato. Ne ho discusso anche con Sangiuliano, con il quale ho un rapporto di amicizia, e lui non ha mai sollevato il problema. Voglio esprimere la mia solidarietà a Luca Bertazzoni, l’autore del servizio, che è stato recentemente oggetto di critiche ingiustificate e che è stato anche ascoltato informalmente dai Carabinieri due giorni fa».
La versione fornita da Ranucci non trova conferma da parte degli avvocati di Sangiuliano. «Le circostanze che hanno portato all’illecito ascolto e alla registrazione clandestina della conversazione privata tra i coniugi da parte della Boccia non potevano non essere già note a Report, sia perché l’esposto-denuncia è pubblico da tempo, sia perché Report era stata prontamente avvisata e diffidata in merito. Era necessario considerare la possibile origine illecita della registrazione. La conversazione, inoltre, non presentava – continuano – alcun interesse pubblico tale da giustificare una violazione così grave della privacy». Va anche sottolineato che già a settembre il Garante della Privacy, commentando questa vicenda, aveva raccomandato «il rispetto della normativa sui dati personali e, in particolare, il criterio dell’essenzialità dell’informazione». Pertanto, è probabile che il Garante avvii un’istruttoria sulla puntata di Report di domenica.