Martedì 11 febbraio è partito il 75esimo Festival di Sanremo, condotto da Carlo Conti, che ne è anche il direttore artistico. Una serata in cui Mahmood e Geppi Cuciari hanno svolto il ruolo di co-conduttrice. Durante la quarta serata si sono esibiti tutti e 29 Big in gara per la serata cover, con la prima classifica decisa dai voti della Sala Stampa, TV e Web. Ecco le pagelle della finale, con i voti a cantanti e canzoni.
Sanremo 2025: pagelle e voti a cantanti e canzoni della finale
Carlo Conti – 8
Inizia in maniera esplosiva la quinta serata del Festival di Sanremo 2025, la notte in cui si decideranno vincitrici e vincitori, ultima occasione per le star in gara di aggiudicarsi il titolo di icone fashion di questa edizione della kermesse. Alza il tiro Carlo Conti, in smoking nero con la giacca di velluto e il papillon di seta, una creazione su misura firmata Stefano Ricci, sartoria di Fiesole che ha realizzato tutti i suoi outfit di Sanremo. C’è odore di serata memorabile.
Gabry Ponte – 6
Questo è Gabri Ponte a cui basta una camicia bianca per mettersi in evidenza dietro la consolle. Con la hit Tutta l’Italiaè già entrato nella storia del Festival. L’outfit della festa dove lo ha lasciato?
Francesca Michielin – 6
Dopo centomila lacrime le grondaie cadono, ed è un amore triste. Nonostante la voce intonatissima, è una canzone (dalle strofe classiche e dal suono contemporaneo) che non cattura. Un Festival caratterizzato da pochi e precisi pezzi chiave: top gioiello con design aricolato, aperture e incroci, pantaloni fluidi, sandali col tacco quadrato e col plateau. Francesca Michielinopta per il rosa tenue per la finale, una variazione sul tema proposto per tutto il Festival su suggerimento della sua stylist Susanna Ausoni che ha scelto per lei Miu Miu. Labbra rosso vermiglio e capelli liscissimi.
Alessandro Cattelan – 8
Esordio in grandissimo stile perAlessandro Cattelanche, approda sul palco dell’Ariston nella veste di co-conduttore. Tutto in bianco (calzature comprese), cravatta e tanti cristalli sui revers della giacca. Il suo guardaroba è curato dalla celebrty stylist Rebecca Baglini.
Willie Peyote – 7
Chissà se Willie durante questa settimana festivaliera ha detto qualche volta “grazie ma si grazie”. È il Cyrano semiserio e politico del Festival. L’idea di fondo c’era, ma si è persa tra i 29. Willie Peyoteabbandona il guardaroba casual chic visto per tutta la kermesse per una finale in nero. Abito da sera con la giacca coi revers satinati e match con la camicia lucida (sbottonata sul collo).
Marcella Bella – 6,5
Non mi tocca niente, indipendente, tosta, forte e stronza. La pelle è dura come il diamante, ma forse a questo Festival non è stata la mina vagante che canta. L’esplosività ce l’ha, ma la canzone risulta fin troppo vintage. Altro look ispirato dal tema della sua canzone Pelle Diamante. A tutta luce Marcella Bella per la sua ultima uscita. La cantante, che per tutto il Festival ha indossato creazioni fatte per lei da Amen, si concede la tuta scura ricamata di luce argento, un capo da notte in un club. O sul palco del Teatro Ariston, perché no.
Alessia Marcuzzi – 8
Poteva scegliere davvero qualsiasi cosaAlessia Marcuzziper la sua entrata trionfale all’Ariston, eppure la co-conduttrice opta per il black dress lungo fino alle caviglie, aderente, col collo alto e le maniche lunghe. Una scelta piena di fascino che richiede poco altro, giusto un paio di tacchi alti e la luce dei diamanti.
Bresh – 7
La tana del granchio racchiude un mondo sonoro in cui è bello entrare. È il mondo di Bresh. Ci fa entrare prendendosi il palco. Lui sbrilluccica. È una canzone identitaria. Colpo di scena perBresh che propone uno stile inedito. Mai visto questa settimana coi pantaloni in denim scintillanti e la t-shirt (in velluto) Di Ami Paris, con lo styling di Michele Potenza. Bella mossa.
Modà – 6.5
La verità è che ci si aspettava di più. L’esperienza di Kekko e compagni avrebbe dovuto portare a una canzone più sfrontata e spavalda. Io no, non ti dimentico è di una banalità che fa rimanere in bilico. La stylist Elena Monti, in collaborazione con il direttore creativo di Enrico Coveri, ha costruito per i Modà e il suo frontman Kekko Silvestre un’immagine vivace e pop, rappresentata dai colori forti dei capi stampati mixati nei look dei vari componenti della band. Sulla camicia di Kekko, nuvole stilizzate e cuori infranti che sembrano usciti da un cartoon.
Rose Villain – 8,5
Semplicemente disarmante. Con una elettro dance travolgente, trasporta in altra dimensione la staticità dell’Ariston. E ne diventa la fuorilegge. Vuole vincere tutto e convincere tutti quest’anno Rose Villain e, in effetti, conclude la sua più che buona settimana sanremese con un altro look di Fendi Couture, davvero favoloso e perfetto per mettere in risalto la sua silhouette tra le trasparenze. Nero sì ma leggero. Era questa l’idea della sua stylist Celia Aria.
Tony Effe – 7,5
Un trapper che ha pagato il prezzo alto del pregiudizio. A petto nudo e senza collana (regina delle polemiche), si muove tra le strade di Roma e da “uomo d’onore” fa i conti con gli errori attraverso strofe in romanesco. Ha scelto il nero e un completo che rivisita lo stile classico maschile Tony Effe che punta su linee slim e spalle XL, un fit molto contemporaneo. Niente collana su collo che resta in evidenza, visto che neppure stasera indossa la camicia. In compenso, sul bavero c’è appuntato un fiore prezioso (di Tiffany & Co.). E c’è anche un rosario avvolto sul polso. Styling di Antonio Pulvirenti e Lorenzo Posocco.
Clara – 6,5
Sembra Cenerentola al ballo a palazzo. “Come un enfant per strada, in abito da gala” e un fisico statuario, salta sulla melodia di un dance pop non proprio facilissimo. Look fatato in unatonalità di azzurro principesca che, però, per il suo stylist Francesco Vavallo, rientra in un progetto di abiti che fanno pensare al gelo, in contrasto con lo spirito bollente del brano Febbre. Clara (che stasera sfoggia un nuovo hairstyle con la frangia lunga) punta ancora su corsetti e gonna coi drappeggi. Una formula che prevede molo luccichio.
Serena Brancale – 7,5
Sfrontata e disinibita, ha una voce indipendente che viaggia su sonorità cosmopolite, urbane e afro beat che arrivano fino al dialetto barese. Il metronomo è al massimo e lei se frega di tutto e di tutti. La sua canzone è un invito a ballare e a divertirsi e per tutto il Festival ci ha anche suggerito l’outfit giusto per godersela. Serena Brancale continua a proporre look tutti paillettes a cui non manca un bel pizzico di audacia. Questa sera in nero. Con la tuta tutta trasparenze (con un accenno di cappuccio). Styling di Ylenia Puglia.
Brunori Sas – 8
A volte basta poco per arrivare a fare una bella canzone. Dario Brunori con questa ci è riuscito. C’è tutta la poesia di uno che con pochi accordi e con pochi gingilli mette radici profonde alla sua ballad. Si conclude con uno smoking il percorso di stile di Brunori SASche durante il Festival ha offerto un’immagine sempre impeccabile, votata all’eleganza sartoriale firmata Boglioli, un’idea del suo stylist Nick Cerioni.
Albero Angela – 8
Abito da sera anche per Alberto Angela, guest star del Festival, sul palco per pochi minuti. Giusto il tempo di parlare del suo ritorno in tv, di presentare un cantante in gara e farsi ammirare in smoking.
Francesco Gabbani – 7,5
L’esistenzialismo secondo quella mente di Gabbani, un cantautore che va per la sua strada fregandosene delle mode. Questa vita che è solo un attimo, tra mezze verità e lividi. Ballata lirica e classica e lui la interpreta sempre alla grande. La parata di uomini in smoking continua con Francesco Gabbani, anche lui impeccabile con l’abito sartoriale, nero con la giacca di velluto. Immagine curata da Ambra Pietrantoni che ha puntato sulla raffinatezza.
Noemi – 7,5
Sembra una dea, in un lungo abito con strascico bianco e luccicoso. Avrebbe una voce che sarebbe la sua forza, la ballad è sì struggente, ma lei urla troppo. Un Festival sotto il profilo dello stile da ricordare per Noemi che stasera splende in un dress color ghiaccio, tutto ricoperto di cristalli di varia foggia, una creazione esclusiva col nodo frontale e lo strascico che lei valorizza con un’acconciatura a coda alta. Che diva.
Rocco Hunt – 7,5
Anime buone in un mondo cattivo, tra quartiere e sogni di un bambino che non ha nulla. Brano di riflessione sociale e generazionale. Ben costruito tra rap, pop e neo melodica. Ritmicamente funziona. Rocco Hunt ha offerto un’immagine convincente per tutto il Festival: casual, elegante, senza eccessi ma non priva di dettagli inaspettati. Stasera coi bagliori e sempre in Neil Barett (con lo styling di Michele Potenza).
The Kolors – 7
Spassosi e divertenti, un allegro sound ballerino con tanto di incursione in scena di Fru dei The Jackal. Tu con chi fai l’amore/stasera/domani/Chissà è un martellante ritornello. Glam, voglia di divertirsi e di stupire con look notturni che riflettono la luce del palco e dei club. Così ha immaginato i The Kolors il suo stylist Giuseppe Magistro che questa sera per il trio ha richiesto la collaborazione di Byblos. Nei look neri anche accattivanti accessori di pelle con dettagli metallici (di Cuoio di Toscana).
Olly – 6,5
È l’idolo delle ragazzine. Intonazione melodrammatica che piace, interpreta mettendoci passione e immedesimandosi in questa balorda e dannata nostalgia. La canzone non è una delle sue migliori. Olly alza il tiro per la finale ma non tradisce l’immagine schietta con cui si è presentato in gara a questo Festival. Stesera la camicia azzurro cielo è un tocco di leggerezza per un brano interpretato in maniera molto intensa. Look Emporio Armani con lo styling di Lorenzo Oddo.
Antonello Venditti – 10
Antonello Vendittiritira il premio alla carriera. In jeans, t-shirt girocollo blu (come la giacca), sneakers e gli occhiali con le lenti a goccia. Le icone sono sempre fedeli a se stesse.
Alessandro Cattelan – 9
Questo è Alessandro Cattelan con il secondo look, uno smoking caratterizzato da un blazer a righe nero e verde bosco, un’altra scelta chic e sofisticata di Giorgio Armani. Da dandy. Perfetto.
Alessia Marcuzzi – 8,5
Cambio d’abito a metà serata per Alessia Marcuzzi che torna con un dress buster color ciliegia, un classico del repertorio di Dolce & Gabbana che non smette mai di affascinarci. Perfetto per lei che colora le labbra dello stesso colore.
Achille Lauro – 9
L’amore è come una pioggia sopra Villa Borghese e noi stiamo annegando, canta Lauro che questo Festival lo sta raccontando al meglio. Naufrago tra incoscienti giovani, stasera con un look easy e un’interpretazione poetica. Ballata, strofe e ritornello sulla nuova generazione. Storie vere, storie comuni, storie di tutti i giorni. Il soprabito che sembra un gioiello e la maglietta di cotone semplicissima. La dualità di un artista come Achille Lauro, che nelle sue canzoni descrive la sua vita avventurosa, piena di alti e bassi e soprattutto di sogni. Sempre in Dolce & Gabbana si conclude il percorso studiato dal cantante col suo stylist, Nick Cerioni, che lo ha condotto a toccare vette di stile altissime.
Coma_Cose – 7
Stravaganza intelligente. Hanno trasformato una kiss song frivolotta in un interessante frame musicale bello da vedere e da canticchiare. Cappello da Rossella o’hara per lei, una sciarpa piumata per lui. Per un look rosso e nero e tanti cuoricini tra il pubblico. Un’altra uscita ultra scenografica per i Coma_Cose, questa sera con look declinati nelle tonalità del rosso e del nero, un richiamo al tema della loro canzone, legata a doppio filo col loro status di coppia sul palco e nella vita. Lei con la tuta di pizzo, il dress di chiffon, il cappello di stampo rétro. Lui con completo in lana decorato con nappe all over e la gorgiera in chiffon di seta rossa. Tutto di Maison Valentino by Alessandro Michele, con lo styling di Silvia Ortombina e Pablo Patané.
Giorgia – 6,5
La voce non si discute. Lo si sa, inutile ripeterlo e il voto non scende sotto il 9. Si prende gli applausi del pubblico, ma la canzone sembra slegata e mancare di qualcosa. Il pezzo chiave del look di Giorgia di stasera è il blazer oversize, oppure il top crocher col motivo a rete decorato che mette in evidenza la lingerie sottostante. Un po’ romantico (coi fiocchi), un po’ rock (con gli stivaletti di vernice). Tutto Dior, con lo styling di Valentina Davoli.
Simone Cristicchi – 8
Ricambiare il bene ricevuto e gli abbracci, quelli che non si dimenticano. Una ballad sinfonica, poetica, melodrammatica. Questa canzone piace. Un altro abito dalla lavorazione sofisticatissima e dal motivo floreale per Simone Cristicchi che è stato vestito da Antonio Marras per tutto il Festival. Insieme hanno offerto al pubblico momenti di moda eccellenti.
Edoardo Bove – 8,5
Una notte ricca di creazioni da sera di Dolce & Gabbana che confeziona anche il completo con cui Edoardo Bove, ospite, sale sul palco di Sanremo. Impeccabile, con la spilla sul blazer.
Elodie – 7,5
In versione matrigna malefica e sexy, Elodie porta in scena un brano di cui si fa abile interprete, ma che resta lì. Il Festival di Sanremo di Elodie è stato una parata di look da diva d’altri tempi, un’immagine costruita sera dopo sera a colpi di custom dress dalla cantante con la complicità della stylist Giulia Cova e dei vari brand che hanno realizzato per lei abiti esclusivi. Questa sera è in Atelier Versace, abito con la scollatura a cuore, attravresato da cristalli neri e argento. Il makeup? Magnifico.
Lucio Corsi – 9
Quanto è duro il mondo per quelli normali che hanno poco amore intorno: Lucio Corsi è la rivelazione vero di questo Festival. Un folletto vestito di rosso, nero, piume, ali da farfalla. Semplicemente geniale. Chissà quali altre meraviglie si celano nell’armadio di Lucio Corsi, il baule magico da cui tira fuori i capi che mette insieme per look che non dimenticheremo mai.
Irama – 6,5
Non è la canzone giusta per dargli il giusto lustro. La giacca dà austerità, le parole non si capiscono e non si decolla. Lo hanno definito napoleonico lo stile militare sontuoso di Irama che, dopo un paio di serate con capi gioiello, torna alla prima ispirazione proposta in questa stagione. Ma con la giacca corta, sempre preziosissima. In Balmain si fa sempre ammirare.
Vanessa Scalera – 5
Vanessa Scalera sale sul palco per ricordare al pubblico che la sua Imma Tataranni sta per tornare in tv. L’abito con le spalle pronunciate però non è il suo migliore look. Voto: 5
Fedez – 8
È il battito accelerato (e tremante) di Fedez. Immobile in scena, elegantissimo con un abito di cristalli neri, lui sembra glaciale pur immedesimandosi in ogni singola parola. La mente è schiva, vaga nel buio, un pugno nello stomaco, le paranoie hanno bisogno di troppo attenzione. È la guerra dei mondi, dentro gli occhi di Fedez. Il messaggio del brano di Fedez è ormai stato trasmesso al pubblico di Sanremo e il cantante non ha bisogno di indossare le lenti scure per mascherare il suo sguardo. Il look però è ancora nero, come le atmosfere di Battito. Ma da Atelier Versace, per il gran finale, c’è l’aggiunta di una pioggia di cristalli sulle spalle.
Shablo ft Guè, Joshua, Tormento – 7,5
È un bell’esperimento di street song. Tra cemento e smog, la gente muore e vive è l’alternativa più moderna di questo Festival. Gospel, jazz, rap e la consolle di Shablo. Via l’immagine glam e urban per la finale. Shablo, Tormento, Gué e Joshua, indossano i completi col doppiopetto e la cravatta, creazioni monocromatiche declinate nei colori polverosi della terra, custom look tutti diversi per ciascuno dei componenti del collettivo. Il progetto di stile di Rebecca Baglini culmina con la sartorialità Brioni.
Joan Thiele – 7
È il manifesto di indipendenza che Joan Thiele ha dimostrato di avere. Morbidissima ballad. C’è un po’ di Mina, ci sono i suoi urban e c’è un gioco di raffinatezza. Ultima uscita per Joan Thiele in Chanel, brand che ha accompagnato la cantante per questa sua prima avventura a Sanremo, contribuendo a fissare la sua immagine di artista soft rock nel grande pubblico. Questa sera senza shorts ma col body e la mantella lunghissima di tessuto soffice ultra brillante. Wow.
Massimo Ranieri – 7
Comprendilo se torna stanco da una guerra/Se hai tra le mani un cuore: la voce di Ranieri e il sax riportano indietro nel tempo, c’è vintage ma con dignità. È inno all’amore, alla vita, con presenza scenica e teatralità. Dal total black al total white, l’ultimo abito da sera di Carlo Pignatelli per Massimo Ranieri è un colpo di luce dopo tante serate tenebrose.
Gaia – 6,5
Seduce con quel Chiamo io, chiami tu: atmosfere calde e suono urban. Gaia coinvolge, il corpo di ballo e l’abito sinuoso trasportano in un immaginario oltreconfine. Gaia si è fatta notare, sera dopo sera, per i suoi look ispirati dalle atmosfere del suo brano, mescolate dalle tendenze più forti del momento, non ultima, quella gothic-chic. Questa sera dress corto con le frange e una novità nel beauty look: le sopracciglia sbiancate. Lo styling è di Alba Melendo.
Rkomi – 6
Ritmo, disordine, caos e la “libertà di dire no e di dire basta”. La canzone più si ascolta, più prende quota. Resta il fatto che c’è un abisso tra strofa e ritornello: È un violento decrescendo/È un moderno decrescendo/È un inferno a fuoco lento., si canterà per un bel po’. Tra le firme c’è anche Shablo. Rkomi ha fatto poche variazioni sul tema, nero e strutturato, in questo Festival. Anche stasera si presenta in total black, col maxi soprabito che vola via dopo pochissimo lasciandolo in camicia.
Sarah Toscano – 6
Ha energia e stasera si diverte di più (nonostante l’esibizione all’1.10 di notte). È giovanissima e in mezzo a 28 artisti ha fatto il suo, al meglio che ha potuto. La canzone però è cantilenante, c’è la nostalgia, la “vie en rose” ed Edith Piaf. È tutto così amarcord, comico e tragico. Un look con paillettes all over per Sarah Toscano, che ha fatto un Festival davvero leggero e chic coi suoi look firmati Emilio Pucci. Anche stasera per la cantante lo stylist Simone Furlan sceglie il mix bianco, nero e rosa pallido facendola arrivare sul palco con le lenti scure da diva, un tocco ironico che abbiamo apprezzato.
Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan – 7,5
Arriva anche il terzo look per Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattel anche spingono su scelte notturne eleganti. La prima, sempre in Dolce & Gabbana, con l’abito col bustier di pizzo e la gonna con lo spacco profondo; il secondo, in smoking nero e bordeaux, con la giacca di velluto coi revers lucidi, di Brunello Cucinelli. Voto: 7 per Marcuzzi, 7.5 per Cattelan