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Sanremo 2025, le pagelle e look della seconda serata: i voti a cantanti e canzoni

sanremo 2025 pagelle look seconda serata
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sanremo 2025 pagelle look seconda serata

Ieri è partito il 75esimo Festival di Sanremo, condotto da Carlo Conti, che ne è anche il direttore artistico. Una serata in cui Antonella Clerici e Gerry Scotti hanno svolto il ruolo di co-conduttrice. Durante la prima serata si sono esibiti tutti e 29 i Big in gara, con la prima classifica decisa dai voti della Sala Stampa, TV e Web. Ecco le pagelle della seconda serata, con i voti a cantanti e canzoni.

Sanremo 2025: pagelle e voti a cantanti e canzoni della seconda serata

Carlo Conti – 7

Carlo Conti, impeccabile in blu all’apertura del Festival di Sanremo 2025, passa al nero per la seconda serata della kermesse ligure. Il suo è uno stile sartoriale classico realizzato in Toscana, negli atelier di Stefano Ricci. Completo con giacca monopetto col bavero satinato, cravatta in tinta, scaroe lucide. Elegante e preciso. 

Alessandro Cattelan – 7

Alessandro Cattelan, protagonista del DopoFestival, prende posto sul palco per la sfida tra le nuove proposte. La sua apparizione è condita da un accattivante look spezzato con blazer tartan dal fit asciutto. Il suo guardaroba è frutto delle scelte della sua stylist, Rebecca Baglini, che tiene conto della sua personalità eclettica. Bella idea.

Alex Wyse – Rockstar 7

Il primo ad esibirsi tra le nuove proposte, si fa notare immediatamente per uno stile vivace e ultra contemporaneo: pantaloni ampi fiammanti con la vita alta – tratto distintivo dei suoi look – e top in vinile azzurro cielo, un match forte, da popstar, con gli occhi disegnati con la matita scura e molti anelli. Importante, in questa fase, farsi ricordare.

Vale Lp e Lil Jolie – Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore 5

Look differenti ma coordinati, completi con la gonna a ruota dai bordi sfrangiati e giacca con la zip coi dettagli utility, per Vale LP e Lil Jolie, finaliste tra le nuove proposte del Festival 2025, che sfruttano l’estetica contemporanea oversize per dare forza e carattere all’immagine di duo. Interessanti anche per le diversità dei dettagli dei singoli look.

Maria Tomba – Goodbye (voglio good vibes) 5

Maria Tomba si è distinta già nei mesi passati per il suo stile rilassato tipico della Gen Z, e per i completi pigiama in popeline, scelti per le sue esibizioni. Questa sera, lo stile pajamas è ricercato: il completo è blu notte, arricchito di cristalli, e la blusa ha lo scollo quadrato. Labbra rosse in evidenza e piedi scalzi. A modo suo è già un’icona.

Settembre – Vertebre 7

Settembre punta sull’eleganza casual tipica della sua generazione. Il cantautore classe 2001 punta sul burgundy, tonalità di gran tendenza in questa stagione, e il mix di tessuti, pantaloni lucidi e giacca di pelle stile Eighties

Damiano David – 10

La regia in bianco e nero non ci impedisce di cogliere l’eleganza sofisticata di Damiano David, super ospite della serata, alle prese con un omaggio annunciato a Dalla. Il cantante si presenta con un tuxedo nero nero e la camicia in seta avorio. La giacca si lega con un fiocco. Una magia.

Rocco Hunt – 8,5

Un ragazzo che parla ai coetanei, anime buone in un mondo cattivo, dei quali si fa carico. C’è il sud, terra di contrasti e di alterchi sociali, c’è la contaminazione di un mondo urban emulsionato di mandolini e chitarra, c’è il neomelodico napoletano misto di rap. Brano profondo, dal contenuto forte che contrasta con il ballabile della partitura. Canzone che, in qualche modo, racchiude tutte le anime della voce campana: quella pop e quella rap. Il testo parla di esistenze al bivio e per questo si distingue. Musicalmente, ha un ritornello accattivante, ma non ha tratti davvero unici o particolari.

Elodie – 5,5

Elodie aveva promesso un Festival da diva e la promessa è stata mantenuta fino ad ora. Il look per la seconda serata, in particolare, un altro custom dress realizzato per lei sulla base di un progetto studiato con la sua stylist Giulia Cova, è fedele all’idea di rivisitazione dello stile delle star del passato. Long dress decoratissimo, lavorato con inserti di piume, le stesse del boa che è fondamentale per dare teatralità alla performance. I gioielli sono di Tiffany & Co. Un amore che finisce troppo presto, e infatti all’alba è già pronto ad essere dimenticato: è un brano molto sanremese quello proposto da Elodie (stasera in abito rosso piumato dopo l’argento essenziale di ieri). C’è un passaggio in cui riecheggia l’Adele bondiana di «Skyfall», ma lo svolgimento sceglie quasi sempre i mezzi toni, evitando gli acuti. Brava e bella, l’interprete romana, eppure quasi frenata.

Lucio Corsi – 8,5

Vivere la vita è un gioco da ragazzi? Non si sente il marziano della kermesse, però ha la genialità di chi sa che può tutto. E prendendo serata dopo serata confidenza con il palco, quell’estro viene a galla sempre più. Un robot, un lottatore di sumo, un spaccino in fuga da un cane lupo…, altro che nessuno. È stato la vera sorpresa (soprattutto per chi ancora non lo conosceva) della prima serata, con una ballad entrata nella cinquina dei preferiti dalla stampa specializzata. Il look è nuovamente curioso, ma meno bizzarro che all’esordio, con il menestrello di Vetulonia che canta con tratto più sicuro la voglia di normalità di un ragazzo dal cuore tenero.

The Kolors – 6

Lo stylist Giuseppe Magistro ha costruito per i The Kolors un’immagine glam rock che rispecchia le sonorità dei loro brani, da ballare tutta la notte. Questa sera per tutti e tre i componenti della band, ci sono custom dress di Gentile Milano, pantaloni e giacche in velluto decorati di luce, paillettes a disco tono su tono. L’ispirazione è lo Studio 54 e lo stile trasgressivo di Yves Saint Laurent degli anni a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Ci piacciono. Fanno ballare, mettono allegria, sono simpatici. Tu con chi fai l’amore/Stasera/Domani/Chissà è un martello pneumatico che una volta nella testa non esce più. Nemmeno, come dicono loro, se te ne vai da Roma a Porto Rico. I tormentoni non mancano mai, a Sanremo. Pensiamo che possa durare di più nel tempo quello dei Coma_Cose (non è questione di campanilismo, ma di qualità), eppure anche “Tu con chi fai l’amore” della band napoletana ha qualche chances di imporsi e durare almeno fino alla prossima estate. Con debiti evidenti nei confronti di Amanda Lear e della sua “Tomorrow”, fanno ballare, con leggerezza.

Bianca Balti – 9

È il momento di Bianca Baltiche esordisce in azzurro polvere con un abito da sera raffinatissimo creato per lei da Maison Valentino. Il custom dress, disegnato dal Direttore Creativo Alessandro Michele, è un abito in chiffon di seta con lo scollo a V e la gonna decorata con piume tono su tono. Guanti di merletto scuri e trucco leggerissimo che esalta l’incarnato perfetto. 

Serena Brancale 6,5

È la canzone più melting pot in gara. Cosmopolita, che dalle sonorità afro beat arrivano dritte al dialetto barese. Un mix esplosivo, come esplosiva è lei. Sfrontata e disinibita, a dirigerla è la sorella Nicole, cosa che, come ha raccontato Serena, la emoziona. Il titolo della canzone, decisamente impegnativo, promette molto. La pugliese Brancale si impegna per esserne all’altezza, ma la sua performance dal cuore latino non lascia il segno come vorrebbe. Serena Brancale riconferma lo stile visto per la prima serata ma con una variazione, di colore e di design. Il progetto è della sua stylist Ylenia Puglia, i capi con paillettes, su misura, di Balestra. ANche questa sera con gli stivali, come era stato già annunciato

Fedez – 8,5

Un altro look nero per Fedez, uno stile che rafforza il senso della sua canzone: Battito. Osurità ed eleganza, questa volta declinate attraverso un look senza giacca, con la camicia scura in tessuto damascato. Di Atelier Versace, con lo styling di Giulio Casagrande. Battito accelerato per una canzone buona fin dai primi ascolti. Lui è glaciale nella postura, lenti a contatto nere, ma compartecipe di ogni singola parola. La mente è schiva, vaga nel buio, un pungo nello stomaco, le paranoie hanno bisogno di troppo attenzione. È la guerra dei mondi, dentro gli occhi di Fedez. Resta anche l’altissima concentrazione nell’eseguire una canzone che è molto personale. Che canta con più scioltezza rispetto a ieri, meritandosi di conseguenza un riconoscimento più alto.

Francesca Michielin – 6,5

Francesca Michielin bissa lo stile sfoggiato nel corso della prima serata e si esibisce nuovamente in Miu Miu, look su misura coi pantaloni e il body cdal design ricco di aperture e geometrie che abbraccia i fianchi. In risalto, l’azzurro intenso. Lo styling è di Susanna Ausoni. A quando il twist? Ha una voce splendida e la canzone acquista valore solo perché a cantarla è lei. Ballad contemporanea che prende quota con l’orchestra. Lei meriterebbe 8. Ma la canzone meno. Nella prima serata era incappata in una falsa partenza che ne aveva in parte compromesso il giudizio. Stavolta non ci sono problemi, pianto finale a parte, ma canzone e interpretazione (comunque intensa) non paiono all’altezza di quanto la Michielin aveva mostrato, in passato, di poter essere.

Bianca Balti – 9,5

Simone Cristicchi – 9

Simone Cristicchiha lavorato con Antonio Marras per il suo guardaroba di Sanremo e, fino ad ora, possiamo dire che non ha sbagliato un colpo. Ogni look è sofisticato, frutto di lavorazioni favolose, ricercatissimo nel design e nelle tonalità. Per la seconda serata, il completo è un omaggio alla città dei fiori a tinte fosche. Ricambiare il bene ricevuto e gli abbracci, quelli che non si dimenticano. Una ballad sinfonica, poetica, melodrammatica. Seconda esibizione e seconda standing ovation per questo cantautore che ha composto un brano di rara bellezza. Con un abito bizzarramente floreale, indossato peraltro alla grande, il cantastorie romano racconta una storia in cui i figli si prendono cura dei genitori, invertendo i ruoli naturali di partenza. Il testo è il più bello di tutti quelli in gara; il cantato cantilenante come nelle corde (e nei limiti vocali) di Cristicchi; lo stile magistralmente antiretorico e, allo stesso tempo, appassionato. Commovente.

Marcella Bella – 5

Come per Francesca Michielin, anche per Marcella Bella il Festival 2025 è un evento da approcciare coi pantaloni. Secondo look su misura realizzato da Amen per la cantante, firmato dal direttore creativo del brand Jacopo Tonelli. Col top di velo ricamato con frange dorate di strass. Per non dimenticare gli anni Ottanta e il tema della canzone Pelle Diamante. Sono decisamente lontani i tempi di “Montagne verdi”, con cui incantò Sanremo da ventenne, nel 1972. E in “Pelle diamante” c’è fin troppa musica, per supportare una voce che ha smarrito per strada buona parte della sua potenza e non fa più la differenza. Ma è combattiva, e il suo pezzo, a cui pure difetta originalità a livello armonico, è comunque il più caratterizzato in chiave femminile di tutta la rassegna.

Bresh – 6

Anche Bresh, e il suo stylist Michele Potenza, non resiste alla tentazione di una serata col look smanicato. Tutto sartoriale, di Ami Paris, e molto contemporaneo, come i gioielli APM Monaco. Ma poco memorabile per questo palco. Resta una canzone sibillina. Canticchiabile, sì. Piacevole e timido brano cantautorale, pure. Bresh prende più coraggio sul palco e interpreta meglio della prima sera. Una canzone salata come il mare di Genova che l’ha ispirata. Nella prima parte (la migliore) ammicca a Samuele Bersani, nel ritornello indulge invece un po’ troppo ad autotune e riverberi, omologandosi a tanti (troppi) suoni contemporanei.

Achille Lauro – 8,5

Achille Lauro, con la collaborazione dello stylist Nick Cerioni e di Dolce & Gabbana, che confeziona gli abiti di ogni appazione a questo Festival del cantante, sta esplorando tutte le sfumature del guardaroba maschile d’epoca, presentando al pubblico, sera dopo sera, l’immagine di un dandy ricercato o di un raffinato gentiluomo che indossa con noncuranza un lavoratissimo completo gessato corredato di soprabito a strascico. Personaggio di un film oppure protagonista di un sogno in musica, Lauro è in grado di farci sgranare gli occhi ogni volta. Dal completo da lord inglese al gessato bianco con tanto di mantello sulle spalle, non cambia l’eleganza dello spiazzante artista romano-veronese. Né la forza del suo brano, che ha un arrangiamento di grande respiro, anche se l’interpretazione è leggermente più scomposta che nella prima serata. Si conferma tra i favoriti per la vittoria finale.

Giorgia – 9

Giorgia e Maria Grazia Chiuri di Dior stanno esplorando tutte le sfumature della femminilità: ieri con la longuette di velo, oggi col tailleur coi pantaloni (e le trasparenze trasferite al top). Un’uscita all’insegna della sartorialità. Che chic. Arriva subito dopo uno dei suoi concorrenti più agguerriti per il titolo, confermando un look più arrembante rispetto a quello su cui ha costruito la sua immagine nel tempo. La canzone scritta da Blanco e Michelangelo resta non memorabile (pur con un arrangiamento notevole), ma cresce a questo secondo ascolto, grazie alla classe, alla pulizia di canto e all’intensità che l’artista romana sa mettere in ogni sua interpretazione. E cresce di conseguenza anche il punteggio. Anche stasera, nulla da togliere alla voce magnifica di Giorgia. Dopo Cristicchi, il pubblico dell’Ariston dedica una standing ovation anche a lei.

Il cast di Follemente – 5,5

Edoardo Leo e Pilar Fogliati promuovono Follemente, l’Inside Out italiano nei cinema dal prossimo 20 febbraio: nelle loro teste, lui ha Marco Giallini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo e Claudio Santamaria, lei invece Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi e Vittoria Puccini.Dopo il siparietto con Carlo Conti, che poteva essere divertente e invece è a dir poco farraginoso, tutti col microfono in mano a cantare Somebody to Love, perché sul palco dell’Ariston cantano tutti. Speriamo che al cinema si veda qualcosa di meglio.

Rkomi – 5,5

Non troppo fantasioso nel vestirsi (ieri a petto nudo su completo bianco, oggi a petto nudo su completo nero), adegua il proprio hip hop all’atmosfera sanremese. Rimanendo concentrato, nonostante Cristiano Malgioglio in (improbabile) versione da presentatore di supporto faccia di tutto per innervosirlo. Più pop che rap, alla fine, senza particolari guizzi e con un ritmo quasi da pensionati, come evidentemente sono i due (bravi) ballerini in scena con l’artista milanese. C’è un abisso tra strofa e ritornello (che funziona). Sarebbe potuto essere un brano urban molto interessante. È un violento decrescendo/È un moderno decrescendo/È un inferno a fuoco lento si canterà per un bel po’. Tra le firme c’è anche Shablo.

Carolina Kostener – 8,5

Tra un momento di musica e di spettacolo, arriva Carolina Kostner ospite del Festival per parlare di Milano-Cortina 2026. La campionessa sceglie un abito da sera da favola, di Armani Privé, una creazione luminosissima con la gonna ampia nelle sfumature del blu, doppiata col tessuto color carne per un delicatissimo effetto nude. 

Rose Villain – 7

Rose Villain sta conquistando il pubblico di Sanremo, con la sua musica e la sua immagine, sempre molto femminile. Quest’anno la cantante si è affidata a Fendi e anche questa sera sfoggia una delle creazioni di Kim Jones, stilista che di recente ha lasciato la casa di moda. Dress con le spalline con la gonna sottile che rivela la silhouette, capelli effetto bagnato. Sensualità e grazia insieme. Il capello rimane azzurro, ma la frangetta civettuola lascia il posto a una scriminatura laterale che ricorda un poco Anna Oxa. Alla quale un poco ammicca (sul piano estetico) Rose Villain, cantando una storia di fuorilegge alla Bonnie & Clide. Funziona la contaminazione tra elettronica e melodia, anche se la voce della cantante milanese (Rosa Luini, all’anagrafe), pur ricca di sfumature, non fa la differenza. Comunque energica.

Willie Peyote – 7

Bianco e nero e uno stile contemporaneo che valorizza il talento di designer Made in Italy emergenti. Willie Peyote questa sera indossa creazioni di Takaturna (la giacca e la camicia coi dettagli metallici sono in coordinato). Dovrebbe essere un pesce fuor d’acqua, nel mare mainstream sanremese, essendo magari più tipo da Tenco. E invece, pur ribadendo «Grazie ma no grazie» il (quasi) quarantenne torinese ci sguazza da campione, in quel mare, portando in dote il suo rap brasileiro, ironico e divertente. Canzone intelligente, performance di rango.

Sanremo 2025