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Sanremo 2025, le pagelle e look della terza serata: i voti a cantanti e canzoni

sanremo 2025 pagelle look terza serata
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sanremo 2025 pagelle look terza serata

Martedì 11 febbraio è partito il 75esimo Festival di Sanremo, condotto da Carlo Conti, che ne è anche il direttore artistico. Una serata in cui Nino Frassica, Cristiano Malgioglio e Bianca Balti hanno svolto il ruolo di co-conduttrice. Durante la prima serata si sono esibiti solo 15 dei Big in gara, con la prima classifica decisa dai voti della Sala Stampa, TV e Web. Ecco le pagelle della seconda serata, con i voti a cantanti e canzoni.

Sanremo 2025: pagelle e voti a cantanti e canzoni della seconda serata

Carlo Conti – 7

Carlo Conti inizia la terza serata delFestival di Sanremo 2025 risalendo dalla platea verso il palco, una sfilata per lui e per noi che ammiriamo il suo terzo look del Festival, un’altra confezione sartoriale firmata Stefano Ricci, l’atelier toscano a cui si è legato per tutta la durata della kermesse. Dopo la prima serata in velluto blu e la seconda in nero, Conti ritorna allo smoking blu, modello classico con la giacca col collo a scialle e il papillon. 

Ospitata iniziale di Edoardo Bennato – 6

Edoardo Bennato apre la terza serata in musica, imbracciando la chitarra su uno dei capolavori del suo repertorio. Col bomber argento, i jeans aderenti, la t-shirt stampata e gli occhiali ovali, piccoli e con le lenti blu. Bennato storpiava gli accenti alle vocali ben prima che cominciasse a farlo Rkomi

Miriam Leone – 7

Clara – 7,5

La produzione è di una cafonata che manco il peggior Fred De Palma, ma la melodia è molto bella. Stasera ha anche cantato molto bene. Un sentimento che se si rompe taglia come il vetro ma che si trasforma in uno dei ritmi più completi e ballabili in gara. Il ritmo è policromo, lei è ipnotica. Clara, prima artista ad esibirsi, si conferma una delle protagoniste della moda a Sanremo. Per lei, lo stylist Francesco Vavallo ha ideato una serie di look “gelidi” e super glam. Quello di questa sera è un abito lungo di Giuseppe Di Morabito dal design strutturato sui fianchi, una creazione interamente lavorata con frange di perline avorio disposte a tendina (stessa lavorazione per le décolleté a punta). I gioielli sono di Damiani. Uno degli abiti più preziosi visti fino a questo momento. Purezza glamour che contrasta la “Febbre” della canzone. 

Elettra Lamborghini – 8,5

Brunori Sas – 8

Un menestrello dei tempi andati che arriva al festival senza per questo sembrare anacronistico. C’è il cuore di un padre, c’è l’immagine delle persone buone con in testa corone di spine, c’è tutta la poesia di uno che con pochi accordi e con pochi orpelli mette radici profonde alla sua ballad. Il percorso sartoriale di Brunori Sas in Boglioli scelto dallo stylist Nick Cerioni prevede un’apparizione in total blue, con un completo con la giacca di velluto, camicia in tinta (col colletto sbottonato) e pantaloni in lana con dettagli satin. Essenziale e preciso. 

Sarah Toscano – 5,5

È tutto così amarcord, comico e tragico. Lei si difende anche bene, ma la canzone, che punta su un accompagnamento strumentale ben costruito, la soffoca un po’. Altro look di Emilio Pucci per Sarah Toscano che, a ogni uscita propone una variazione dello stile fresco e ispirato ai favolosi anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta scelto per lei dallo stylist Simone Furlan. Il punto forte del look con la tuta con gli shorts sono collant caratterizzati dall’iconico motivo optical della casa di moda. I colori scelti per lei sono il rosa, il bianco e il nero.

Massimo Ranieri – 7

Voce e sax riporta negli anni Settanta con dignità. È inno all’amore, alla vita, tra le mani un cuore sporcato di un rosso e un addio. Con presenza scenica e teatralità. Anche Massimo Ranieri si è legato a un unico brand per questo Festival: Carlo Pignatelli. Per il cantante un altro look d’ispirazione cerimonia, campo i cui l’azienda torinese vanta larga esperienza: un abito da sera tre pezzi, un total black col gilet e il papillon. Scarpe stringate lucide e camicia satin.

Joan Thiele – 6,5

Questa mia vita è il mio viaggio ed io traccio da sola le scelte che faccio. Nelle parole che canta c’è il manifesto di indipendenza che Joan Thiele ha dimostrato di avere. Interpretazione raffinata, canzone difficile. Joan Thiele passa dal bianco al nero per un look simile a quello della prima esibizione ma con qualche significativa variazione, non solo cromatica. AL posto della mantella corta e leggera, c’ un soprabito di velluto con le maniche ampie che tocca il pavimento. Sempre di Chanel con lo styling di Riccardo Maria Chiacchio. Molto azzeccato per lei.

Il Teatro Patologico – 7,5

Sul palco dell’Ariston il Teatro Patologico, il progetto fondato dal regista e attore Dario D’Ambrosi che ha trasformato la disabilità in una risorsa. Una presenza dal grande impatto sociale, con D’Ambrosi – noto per diversi ruoli tra cinema, teatro e tv, tra cui Romanzo Criminale La Serie – scatenato sul palco con i suoi ragazzi, che definisce “più forti di una bomba atomica”. Tra le attività più recenti il film “Io sono un po’ matto e tu?“, uscito nel 2024, che il 26 febbraio volerà a Hollywood per partecipare al “LA – Italia Festival”, mentre il prossimo giugno D’Ambrosi presenterà una ricerca scientifica all’Onu per dimostrare che l’arteterapia, grazie al suo metodo innovativo, porta benefici non solo a livello emozionale, ma anche cerebrale. L’obiettivo è ottenere il riconoscimento ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per il suo metodo di teatroterapia, validando così scientificamente l’efficacia del suo approccio. Un momento emozionante.

Shablo ft Guè, Joshua, Tormento – 7

Tra cemento e smog, la gente muore e vive. Una street song che è l’alternativa più moderna del Festival. Cori soul, jazz, rap e la consolle di Shablo. Shablo, Guè, Joshua e Tormento sono seguiti da Rebecca Baglini che per loro ha firmato un progetto di stile che prevede look differenti per ogni artista, inseriti in un orizzonte comune: gli archetipi fashion del rap e dell’hip-hop anni Novanta. Questa sera la stylist, con la complicità del brand Icon Denim, ha lavorato nell’universo del tessuto jeans. Il brand americano ha realizzato per i vari artisti creazioni custom made, tutte di stampo sartoriale, alcune preziose. Il risultato è coerente con ciascuno di essi. 

Noemi – 7

Non è facile, lasciarsi perdere, serenamente. Noemi fa Noemi, interpreta e canta una ballad struggente e nostalgica. Mahmood e Blanco dixit. Noemi prosegue il suo Festival impersonando lo stile da diva della vecchia Hollywood. Abito e hairlook coerente con quelli visti la prima sera. Per lei la sua stylist Ramona Tabita ha scelto un custom dress di Rochas, casa di moda pariginan che contribuisce allo spirito sofisticato della sua esibizione. I gioielli sono di Bulgari.

Miriam Leone – 9,5

Olly – 6,5

Ma come te lo devo dire, sta vita non è vita senza te. Una ballad moderna che passa dal sussurrato all’urlo. Olly, cantautore appassionato. Olly punta sul cardigan coi bottoni per la sua esibizione da standing ovation. Apprezzatissimo dal pubblico, indossa capi di Emporio Armani con lo styling di Lorenzo Oddo. Voto: 7

Duran Duran – 6

I “wild boys” 40 anni dopo la loro prima volta all’Ariston. Simon Le Bon e compagni tornano sul luogo del delitto meno selvaggi di allora. Invisible, Notorious, Ordinary world, Girls on film, Psycho killer hit che restano hit nonostante tutto (pure della giacca specchiata di Simon). Vivacizza, ma non troppo, Victoria, la bassista dei Maneskin. La sufficienza per rispetto alla carriera. L’iconica band britannica composta da Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes, Andy e Roger Taylor, tutti compatti in nero, alcuni casual, altri più glam, vedi il frontman con la giacca tutta specchi. 

Victoria De Angelis – 7

Ai Duran Duran si è unita come special guest Victoria De Angelis, la bassista italiana ha suonato su uno dei pezzi del medley della band. Anche lei in nero (coi pantaloni aderentissimi stile leggings e il top reggiseno) come il resto della band e il suo leader, Simon Le Bon che ha esordito con la giacca damascata. 

Katia Follesa – 9

In un Festival istituzionale quanto democristiano, Katia Follesa regala momenti esilaranti e si scatena davanti ai Duran Duran, il cui frontman Simon Le Bon scatena i suoi appetiti: vestita da sposa, con un cartello “sposerò Simon Le Bon”, riesce a farsi baciare sulla bocca, come una teenager degli anni ’80. “Mi vuoi sposare?”, chiede la comica. “Mi piacerebbe sposarti ma mia moglie mi uccide”, è la replica. “Io ti amo da tanto: kiss me!”. E Simon cede, baciandola sulla bocca. “Vi rendete conto che cazzarola è successo? Mi sono quasi limonata Simon Le Bon!”. Finalmente un momento top.

Coma_Cose – 6,5

Vorrei svagarmi ma oggi una canzone/ dura come un temporale/ anche se è molto popolare: quanta verità in questa song buontempona! Cuoricini su cuoricini, trucco e parrucco. Dal momento che sappiamo già che i Coma_Cose si sono fatti portavoce dello stile di Maison Valentino, non ci resta che accomodarci per scoprire quale delle creazioni di Alessandro Michele hanno deciso di portare sul palco per la loro esibizione. Si tratta di capi della collezione della collezione Pavillon des Folies. Per California, camicia e gonna con ricami argento e frange e calze in pizzo rosso e decolleté. Per Fausto Lama, giacca color burro, camicia celeste, pantaloni grigio fango e stivali. Il cuoricino rosso ce lo ha lei, appeso alla collana. 

Katia Follesa – 6,5

Modà – 5

Sembravi una canzone che mi squarciava il petto, un quadro di Kandinsky dove immaginarmi tutto, ma è l’ora del ritorno, è l’ora del coraggio. Kekko e la sua band tra nostalgia, ricordo, tristezza e un bel colore acceso fucsia fosforescente di giacche e cravatte. Tocco di colore acceso per Kekko Silvestre e i Modà che hanno sperimentato con custom look di Enrico Coveri (e lo styling di Elena Monti). Ispirazione pop per le giacche e le camicie. Esuberanti. 

Tony Effe – 6

Un uomo d’onore tra le strade di Roma. Tony Effe rischia di pagare lo stesso prezzo che pagò Junior Cally, causa polemiche e causa pregiudizi. Cambia nuovamente registro Tony Effe che, dopo l’apparizione in total white, si ripresenta in total black. Leather style griffato Balenciaga dal taglio over e tatuaggi in vista, sul viso e sul resto del corpo nudo. Lo preferiamo così. 

Iva Zanicchi e il premio alla carriera – 7

Iva Zanicchi ritira il premio alla Carriera e lascia tutti a bocca aperta con un medley dei tre brani che le hanno regalato il titolo di artista donna con più vittorie in bacheca: Non pensare a me del 1967, Zingara del 1969, Ciao cara come stai? del 1974. “Grazie per avermi invitato, grazie per il premio. In tanti hanno detto meglio viva che da morta. Hanno ragione, grazie Carlo per averci pensato per tempo”.

Irama – 5,5

Sei stata tu crudele, fredda come la neve: è l’amore giunto alla fine. Ma le parole non si capiscono bene, l’intonazione sembra tarata sulla stessa e unica linea melodica della sua canzone. Peccato. Notevole Irama, sempre in custom look Balmain, questa sera con una creazione che ridisegna l’anatomia del torace con elementi brillanti realizzati con tecnica trompe-l’œil. In risalto sullo sfondo scuro del palco.

Elettra Lamborghini – 9,5

Sempre più esclusiva Elettra lamborghinicon un dress d’alta moda di Yanina Couture, una creazione che descrive una storia, un dipinto di stoffa e ricami preziosi in una palette suggestiva che include il verde bosco e l’azzurro. Favolosa. 

Katia Follesa – 6,5

Francesco Gabbani – 7,5

Questa vita che è solo un attimo, un lungo attimo e viva la vita finché ce n’è. Ballata lirica e classica e lui la interpreta sempre al massimo. Super elegante Francesco Gabbani, con lo smoking nero, la camicia bianca, una rosa appuntata sul bavero della giacca. Un Festival all’insegna della sartorialità, coi consigli di stile di Ambra Pietrantoni. 

Gaia – 6,5

Chiamo io, chiami tu al ritmo latineggiante per cui Gaia è fortissima. Pezzo che viaggia alle frequenze radio e che canta la coppia. Urban trascinante. Un favoloso percorso di stile anche per Gaia, questa sera con un dress a sirena realizzato con delicato merletto argento. Si tratta di un custom dress di The Attico disegnato per lei. Lo styling di Alba Meendo prevede capelli lunghi acconciati con onde botticelliane. 

Sanremo 2025