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Sanremo 2025: testo e significato di Fiori rosa, fiori di pesco di Lucio Battisti

Fiori rosa fiori pesco Lucio Battisti
Fiori rosa fiori pesco Lucio Battisti
Fiori rosa fiori pesco Lucio Battisti

Per la serata delle cover di Sanremo 2025, i riflettori si accenderanno su una performance speciale che unisce il talento di Rose Villain e Chiello, che interpreteranno un classico intramontabile della musica italiana: Fiori rosa, fiori di pesco di Lucio Battisti. Con una nuova veste, i due artisti riporteranno alla ribalta questo brano delicato e ricco di significato, regalando al pubblico una versione che fonde il rispetto per la tradizione con il loro stile unico. Un’interpretazione che promette di emozionare e suscitare riflessioni, rendendo omaggio a uno dei capolavori più amati della musica italiana.

Il testo di Fiori rosa, fiori di pesco – Lucio Battisti

Fiori rosa, fiori di pesco, c’eri tu
Fiori nuovi, stasera esco, ho un anno di più
Stessa strada, stessa porta
Scusa se son venuto qui questa sera
Da solo non riuscivo a dormire perché
Di notte ho ancor bisogno di te
Fammi entrare per favore, solo
Credevo di volare e non volo
Credevo che l’azzurro di due occhi per me
Fosse sempre cielo, non è
Fosse sempre cielo, non è
Posso stringerti le mani?
Come sono fredde, tu tremi
No, non sto sbagliando, mi ami
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero (non siamo stati mai lontani)
Dimmi ch’è vero (ieri era oggi, oggi è già domani)
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è ve-
Scusa, credevo proprio che fossi sola
Credevo non ci fosse nessuno con te
Oh, scusami tanto se puoi
Signore, chiedo scusa anche a lei
Ma, io ero proprio fuori di me
Io ero proprio fuori di me, quando dicevo
Posso stringerti le mani?
Come sono fredde, tu tremi
No, non sto sbagliando, mi ami
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero, vero
Dimmi ch’è, dimmi ch’è vero, ch’è vero, ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero
Dimmi ch’è vero

Il significato

La canzone Fiori rosa, fiori di pesco di Lucio Battisti, contenuta nell’album Emozioni, narra una delicata riflessione sulla fine di una relazione amorosa. Il protagonista esprime il dolore per aver perso l’amore di una donna che ancora desidera, ma che ora è stata conquistata da un altro uomo. Il brano, pur raccontando la tristezza di un amore finito, offre un testo che si presta a varie letture e riflessioni più profonde.

L’autore sembra aver posseduto l’amore, ma lo ha perso, forse per aver cercato altrove ciò che sembrava mancare. La frase “Credevo che l’azzurro di due occhi per me fosse sempre cielo” rappresenta l’illusione di un amore eterno, ma ben presto il protagonista si accorge che quella visione perfetta non esiste più, lasciando spazio al rimorso e al dolore. L’errore commesso è chiaro, ed è un rimorso che lo tormenta. La domanda che emerge in questo momento di riflessione è: quale orgoglio può prevalere su un amore che sembra essere ormai svanito?

Il protagonista si trova a lottare con la sua coscienza, decidendo di correre a casa della donna per cercare di riconquistarla. Il passo successivo è un tentativo disperato di tornare sui propri passi, senza però rendersi conto che la sua ex compagna ha ormai un altro uomo nella sua vita. Questo ritorno, dunque, si trasforma in un atto egoistico e irrazionale. Irrompere nella vita di qualcuno che si è deciso di lasciare, come fa il protagonista, è un gesto che può sconvolgere la persona, soprattutto quando quest’ultima ha già costruito nuove dinamiche e relazioni.

L’errore del protagonista è quello di non comprendere la profondità del cambiamento che ha avuto luogo nella vita della donna. La sua decisione di bussare alla sua porta non tiene conto del fatto che qualsiasi gesto del genere riapre ferite e genera dubbi. Il ritorno non è solo un atto di amore, ma può risultare anche un atto di prevaricazione, un atto che sconvolge la vita dell’altro senza considerare le possibili conseguenze.

L’egoismo dell’io protagonista emerge quando si rende conto che il suo ritorno non avrebbe più senso. Tuttavia, nella sua follia, si accorge di come il vero amore non può prescindere dal rispetto per la vita e le scelte dell’altro. La riflessione finale invita a comprendere che un gesto di affetto deve essere compiuto con sincerità e consapevolezza, senza rischiare di ferire l’altro per un capriccio momentaneo.

In fondo, l’amore che si professerebbe di provare potrebbe risultare solo un inganno, una bugia che non preserva nemmeno il ricordo dell’amore stesso. Un ritorno non consapevole, dunque, porta solo dolore e confusione, e svuota anche il ricordo di ciò che si era. Il testo di “Fiori rosa, fiori di pesco” diventa così un monito sull’importanza di agire con rispetto e consapevolezza, per non distruggere ciò che si è amato.

Sanremo 2025