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Sanremo 2025: testo e significato di Folle città di Loredana Bertè

Folle città Loredana Bertè

Folle città Loredana Bertè

Achille Lauro ed Elodie uniscono le loro voci per un duetto esplosivo nella serata cover di Sanremo 2025, rendendo omaggio a Folle città di Loredana Bertè. Con il loro stile unico e la forte presenza scenica, i due artisti reinterpretano questo brano iconico, esaltandone il mix di rock e reggae e catturandone l’anima ribelle. Sarà un’esibizione carica di energia e intensità, in perfetta sintonia con lo spirito della canzone e della sua leggendaria interprete.

Testo Folle Città – Loredana Bertè

La signora sviene
l’inquilino sta
ridono le iene
fumano i bar
rotola scricchiola anima mia
nonostante tutto non voglio andar via
ah aha folle città
ah aha stringimi parlami cercami toccami
ah aha folle città
ah aha ma la notte non mi ucciderevoglio un letto da dividere eh
Un amore slitta dentro una rotaia
sente freddo Elisabetta
si buca e s’inguaia
rotola scricchiola anima mia
nonostante tutto non voglio andar via
ah aha folle città
ah aha lasciami evadere
fammi nascondere
ah aha folle città
ah aha dammi in pasto ai visi pallidi
fai a pezzi i sogni squallidi
Albe di cemento
notti di cristallo
solo per appuntamento
semaforo giallo
rotola scricchila anima mia
nonostante tutto non voglio andar via
ah aha folle città
ah aha stringimi parlami cercami toccamiah aha folle città
ah aha ma la notte non mi uccidere
voglio un letto da dividere eh

Il significato

Folle città è un brano potente e intenso di Loredana Bertè, in cui sonorità rock e influenze reggae si fondono con la sua inconfondibile voce graffiante e la sua straordinaria personalità artistica. La canzone dipinge un affresco vivido e tormentato della realtà metropolitana, un luogo spietato e alienante, ma allo stesso tempo ipnotico e impossibile da abbandonare.

La città, con i suoi contrasti estremi, si presenta come un teatro di opposti: il lusso convive con il degrado, la solitudine si scontra con il disperato bisogno di connessione. È uno spazio artificiale e meccanico, in cui l’indifferenza sembra regnare sovrana, eppure chi vi abita continua a cercare un senso, un legame, una speranza.

La notte: il momento più crudele e rivelatore

È nella notte che la città mostra il suo volto più crudo e implacabile. Attraverso immagini forti e impattanti, il testo racconta episodi di degrado e disperazione: una donna che sviene senza che nessuno si fermi ad aiutarla, un vicino di casa che osserva senza coinvolgersi, una ragazza di nome Elisabetta che si perde nel vortice delle dipendenze. La metropoli diventa un labirinto di vite spezzate, in cui la sofferenza è visibile ovunque, ma spesso ignorata.

La protagonista della canzone osserva tutto questo con uno stato d’animo combattuto tra lo smarrimento e la determinazione. Nonostante la durezza della realtà urbana, rifiuta di andarsene o di arrendersi. Cerca disperatamente un contatto umano, un appiglio che le dia la forza di resistere. In questa giungla di cemento e solitudine, il bisogno di un abbraccio diventa un atto di ribellione contro il gelo dell’indifferenza: un gesto che, anche se fugace, può offrire un attimo di tregua dal senso di angoscia che la città impone.

Un brano iconico dal messaggio universale

Con Folle città, Loredana Berté offre non solo una canzone dal sound travolgente, ma anche una riflessione profonda sulla condizione umana nelle metropoli moderne. Il brano racconta la battaglia interiore di chi si sente intrappolato in una realtà ostile, ma al tempo stesso non riesce a lasciarla andare. È un inno alla resistenza, al bisogno di calore umano in un mondo sempre più freddo e distante.

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