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Sanremo, Giovanna Botteri ricorda l’inizio dell’emergenza Covid in Cina: “Siamo in guerra”

Giovanna Botteri recita le parole di Lucio Dalla ricordando a Sanremo l’inizio dell’emergenza Covid. La giornalista e storica inviata della Rai è arrivata sul palco del Teatro Ariston ripercorrendo i primi giorni dell’emergenza Covid, da le vissuta come inviata in Cina.


Giovanna Botteri sarà ospite al Festival di Sanremo 2021


Sanremo, Giovanna Botteri, il Covid e Lucio Dalla

“Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’, e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. Da quando sei partito c’è una grossa novità, l‘anno vecchio è finito ormai. Ma qualcosa ancora qui non va” sono state le parole della canzone Caro amico ti scrivo di Lucio Dalla recitate da Giovanna Botteri nella finale di Sanremo.

La storica inviata Giovanna Botteri ha poi ricordato quanto accaduto un anno fa quando in Cina si registrarono i primi morti di Covid col Xi Jinping che disse: “Siamo in guerra”.

Il racconto di Giovanna Botteri

“Il nostro mestiere è molto difficile soprattutto quando sei lontano. Puoi solo chiudere gli occhi e provare a vedere i tuoi amici e la tua famiglia, sentire il loro affetto e i loro cuori oltre il posto dove sei, solo così trovi la forza per superare certe realtà. Solo sentendoci vicini, anche se distanti, potremo farcela e ce la faremo”.


“Sono iper emozionata, preoccupata, tesissima. Non sono riuscita a chiudere occhio. Mi dicono, ma come ha vissuto con le bombe. Ebbene, l’emozione di Sanremo è quasi peggio delle bombe. Voglio ricordare come si può e si deve vivere, anche con questa ferita. (…) Uno dei motivi per cui stanotte non ho dormito e sono terrorizzata è che non so assolutamente niente. Non farò grandi discorsi o appelli, sono stonatissima. Ballare? Sul tango possiamo parlarne ma non so niente. Aspetto anche io di sapere”.

Il messaggio di Giovanna Botteri sull’importanza di accettarsi

Lei che ha raccontato il Covid dalle sue origini in Cina, ha commentato l’assenza di pubblico a Sanremo: “Io spessissimo sono sola, solo con una telecamera, e mi sono abituata a sentire quello che c’è oltre la telecamera. Penso che questo Festival ce l’abbia fatto sentire in tutti i modi. C’è un’Italia che ha voglia di farcela e uscirne”.

Sarà l’icona di una femminilità lontana dai canoni di bellezza e perfezione fisica imposti dalla società: Il fatto che mi abbiano chiamato a Sanremo vuol dire che qualcosa è cambiato. Si sono chiesti se sarei venuta qui col vestito scosciato, i capelli in ordine e il botox in faccia. No, sarò me stessa. Questa è la rivincita delle nerd, lo hanno pensato anche le mie amiche: “Se ce l’ha fatta la Botteri ce la fanno tutte”. Cominciamo ad apprezzare anche l’imperfezione, a piacerci con i nostri difetti, a essere più tolleranti, solidali, comprensivi.

Sulle donne vittime di violenza

Infine, ha commentato la tematica della violenza sulle donne, che può trovare spazio in un contesto importante e popolare come quello sanremese: “Sicuramente è un lavoro che va fatto in prima linea dalle donne, ma è fondamentale l’aiuto degli uomini. Il festival è un’occasione in cui ci si ritrova insieme, dove è importante dare idee, messaggi per cambiare la società. A volte bastano anche solo i simboli, come le scarpe rosse di Loredana Bertè nella prima serata”.

La carriera di Giovanna Botteri

La giornalista triestina, classe 1957, ha iniziato a lavorare per la Rai a metà anni 80 ed è stata insignita di diversi premi giornalistici. Dopo una collaborazione con Michele Santoro per il programma Samarcanda è diventata inviata speciale seguendo eventi internazionali come il crollo dell’Unione Sovietica, la guerra nell’ex Jugoslavia (filmando con Miran Hrovatin l’assedio di Sarajevo con l’incendio della Biblioteca Nazionale, la strage del pane, il massacro di Markale e quello di Srebrenica), la ribellione a Valona, la guerra in Kosovo, il G8 di Genova, la guerra in Afghanistan e quella in Iraq del 2003. Ha condotto l’edizione delle 19 del TG3 e dal 2007 al 2019 è stata corrispondente dagli Stati Uniti. Dal primo agosto 2019 è corrispondente Rai in Cina, dove tornerà a fine marzo.


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