I Santi Massimo e Claudio, fratelli, e Prepedigna, moglie di Claudio, con i figli Alessandro e Cuzia erano nobili romani che, sotto Diocleziano, furono arrestati e martirizzati tra le fiamme.
Santi Massimo, Claudio, Prepedigna, Alessandro e Cuzia
Si narra che Claudio fu incaricato da Diocleziano di chiedere come sposa per il proprio figlio Massimiano, sua nipote Susanna figlia di Gabinio; recatosi dal fratello, Claudio fu convertito al Cristianesimo e sul suo esempio, abbracciarono la fede anche la moglie Prepedigna con i figli Alessandro e Cuzia.
Dopo qualche tempo fu inviato da Gabinio, Massimo, fratello di Claudio, ma anche lui abbracciò la fede. I neo convertiti distribuirono i loro beni ai poveri e si diedero ad opere di carità. Quando Diocleziano ebbe notizia di ciò, li fece arrestare tutti e li esiliò ad Ostia, dove furono bruciati vivi e le loro ceneri furono gettate in mare.
Bisogna purtroppo dire che i nostri presunti martiri costituiscono un gruppo fittizio completamente inventato dal leggendista, sia per quanto riguarda la parentela tra di loro e con Diocleziano, sia per la loro storicità.
Di Massimo e Claudio, infatti, non si conosce niente altro e nessuna fonte li ricorda; i nomi degli altri sono stati mesi dai latercoli del Martirologio Geronimiano del l° ottobre, ma per ciò stesso non hanno maggiore consistenza storica.
Alessandro, difatti è un martire di Dinogetia nella Mesia, mentre Prepedigna e Cuzia sono il risultato di una fantastica lettura dei nomi Eoprepi e Dignaecotiae, diversamente troncati e poi riuniti in Prepedignae e Cotiae.
In conclusione il latercolo deve essere espunto dal Martirologio.