Santo del giorno

Santo del giorno 10 dicembre: oggi si venera la Beata Vergine di Loreto

Beata Vergine di Loreto
Beata Vergine di Loreto

Oggi, 10 dicembre, si venera la Beata Vergine di Loreto. La basilica della Santa Casa è uno dei principali luoghi di culto mariano e tra i più importanti e visitati santuari mariani del mondo cattolico. Sorge a Loreto in piazza della Madonna, a 127 metri, al termine della via Lauretana. All’interno della basilica, i cattolici rendono culto di devozione verso i resti di quella che secondo la tradizione è la Santa Casa di Nazareth, dove visse Gesù. 

La Beata Vergine di Loreto, il Santo del giorno

Agli inizi di maggio del 1291, con Nazareth e tutta la Palestina sotto il dominio dei Turchi selgiuchidi, secondo la tradizione alcuni angeli prelevarono la Santa Casa e la portarono via in volo, lasciandola, il 10 maggio 1291, a Tersatto (Trsat, ora un quartiere della città di Fiume, in Croazia); furono dei boscaioli, stupiti, a trovare la piccola dimora.

In quel luogo però i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori; così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli la sollevarono di nuovo alzandosi in volo verso le Marche, depositandola nei pressi di Ancona, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, il cui nome la tradizione fa derivare proprio da questo evento: posa-et-ora (fermati e prega).

Ci restò per nove mesi, dopodiché gli angeli la risollevarono di nuovo per posarla nei pressi di Porto Recanati, in località “Banderuola”, dove ancora oggi sorge una chiesetta; lì c’era un boschetto, proprietà di una nobildonna di Recanati di nome Loreta, per cui i pellegrini dicevano: “Andiamo dalla Madonna di Loreta”, e da tale espressione popolare venne poi dato il nome alla cittadina di Loreto.

È in quella selvetta di Loreta, che — si dice — furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa. Si trovava però troppo vicino al mare, esposta quindi ai pericoli delle incursioni turche; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli venuti in pellegrinaggio.

Perciò, otto mesi più tardi, la Casa venne nuovamente spostata dagli angeli su un terreno di proprietà di due fratelli, i conti Simone e Stefano Rinaldi di Antici, che però presto iniziarono ad approfittarsi dei pellegrini e a contendersi le estorsioni perpetrate sui devoti creduloni.

E di nuovo, dopo soli quattro mesi, i soliti angeli sollevarono la casa e la posarono, nel dicembre del 1296, al centro della strada che da Recanati va al suo porto, dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare, sulla cima di una collina (il monte Prodo).

Nel testo: “Storia della Santa Casa di Loreto, esposta in dieci brevi ragionamenti fra un sacerdote custode di S. Casa ed un divoto pellegrino” – opera di don Antonio Gaudenti, patrizio di Osimo e arcidiacono della Basilica Loretana – ed. seconda, Loreto 1790 è possibile di trovare altre versioni relative alla traslazione di questa santa Casa.

La storia del Santuario inizia il 10 dicembre 1294, con l’arrivo della casa che dicesi abitata una volta dalla famiglia della Vergine Maria a Nazareth e dove la Madonna avrebbe ricevuto l’annuncio della nascita di Gesù. Dapprima la preziosa reliquia venne sopraelevata e coperta da una volta, per poi venire circondata da portici, quindi da una chiesetta e infine dall’attuale Basilica.

Nel 1468, per volontà del vescovo di Recanati, il forlivese Nicolò de Astis (ossia Nicolò dall’Aste), cominciarono i lavori per la costruzione del grande tempio, sia a protezione della Santa Casa, che per accogliere la gran folla di pellegrini sempre crescente.

Morto il vescovo già l’anno seguente, nel 1469, fu Papa Paolo II a farne proseguire i lavori, anche perché quando nel 1464 quando egli, ancora cardinale, venne in visita a Loreto sarebbe stato miracolosamente guarito dalla Madonna.

Nel 1587, con l’aggiunta della facciata, l’edificio poté ritenersi finalmente concluso. Nel 1604 fu indetto il concorso per la decorazione della Sala del Tesoro, vinto dal Pomarancio, che prevalse sul Caravaggio, su Guido Reni e su Lionello Spada. La sala fu completamente decorata entro il 1610, quindi il Pomarancio si cimentò con gli affreschi della cupola andati questi quasi completamente perduti.

Quasi in contemporanea Francesco Selva decorava con stucchi l’Atrio della Sacrestia e Tiburzio Vergelli realizzava, tra il 1600 ed il 1607, il maestoso battistero che ancora oggi si può ammirare nella prima cappella di sinistra della basilica. Come completamento dei lavori, tra il 1604 ed il 1614, Carlo Maderno con l’aiuto dello zio Giovanni Fontana realizzava la fontana che orna tutt’oggi la piazza del Santuario.

Con l’invasione napoleonica dei territori pontifici del febbraio 1797, Loreto venne occupata dai soldati francesi e fu oggetto di razzie e latrocini dai quali non fu risparmiato neppure il Santuario, come viene rievocato da monsignor Agostino Rivarola in una lettera del marzo 1797.

In questo scritto, Rivarola in particolare chiama in causa le responsabilità di Ludovico Sensi, prelato schieratosi con l’invasore e da questi nominato Governatore generale della città. Stando a testimonianze, Sensi si sarebbe persino recato “in Chiesa coi muratori” per “demolire la Santa Casa”, ma tale fu lo sdegno della popolazione, di fronte a questo proposito, che lo “scelerato” fu costretto a desistere.