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Santo del giorno 2 gennaio: oggi si venera San Telesforo

San Telesforo, nato a Terranova da Sibari in data sconosciuta e morto a Roma il 2 gennaio nel 137 o 138, è stato l’8º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica tra il 127/128 e il 137/138. È venerato come Santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.

San Telesforo, il Santo del giorno

Sarebbe nato a Terranuova di Calabria attuale Terranova da Sibari, oggi nel territorio della Diocesi di Rossano, ma all’epoca era nell’agro Thurino, e, prima di giungere a Roma, avrebbe vissuto da anacoreta, per un lungo periodo in Palestina ed in Egitto.

Forse fu tra gli eremiti del Monte Carmelo, per questo motivo i carmelitani lo annoverano tra i loro santi. Il suo pontificato iniziò durante il regno di Adriano, e terminò durante il regno di Antonino Pio.



Istituzione della Pasqua e della Quaresima

Poiché la capitale dell’impero era un luogo che permetteva una ampia diffusione di idee, durante il suo pontificato si trasferirono a Roma molti eretici. In questo periodo la principale dottrina eretica fu la gnosi che Telesforo combatté vigorosamente poiché riteneva che potesse indirizzare la religione verso un misticismo lontano dalla realtà in quanto per gli gnostici Dio era completamente separato dall’uomo.

Il principale esponente di questa dottrina fu il filosofo Valentino che proprio in questo periodo si trasferì dall’Egitto a Roma riuscendo ad avere anche un gran numero di seguaci nella capitale dell’impero per più di vent’anni.

In base a quanto riportato dal Liber Pontificalis, si devono a Telesforo l’istituzione della “messa di mezzanotte”, della “liturgia dell’aurora” e della “liturgia della terza ora” a Natale, della celebrazione della Pasqua di domenica, del digiuno durante la Quaresima, e del canto del Gloria in excelsis Deo, secondo alcuni composto proprio da Telesforo.

“Glorioso martirio” e morte

Ireneo di Lione, nella sua opera Adversus haereses, affermava che Telesforo subì un “glorioso martirio”. Tale affermazione fu ripresa, in seguito, da Eusebio di Cesarea nella sua Historia ecclesiastica. Fu sepolto nella Necropoli vaticana, accanto ai suoi predecessori.

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