Salerno

Santo del giorno 20 novembre: oggi si venera San Berniero di Eboli

Oggi, 20 novembre, si venera San Berniero di Eboli. San Berniero di Eboli aveva pochi stracci addosso quando partì dalla Spagna, un bastone, una fiaschetta e tutto l’entusiasmo di portare, ai fedeli, la parola di Cristo. San Berniero, nasce in un piccolo paesino chiamato El Burgo de Osma, l’antica città di Uxameburg, detta anche Uxama nella Spagna settentrionale.

San Berniero di Eboli, il secondo Patrono della città

Berniero, nato in una famiglia di nobili, non ama ostentare la sua ricchezza, anzi, prende le distanze, non apprezza molto l’agiatezza e si dedica già in giovane età ai più bisognosi, preferendo alla vita lussuosa familiare uno stile di vita austera e penitente. Decise di partire e diffondere la parola di Dio in mezzo ai popoli, portò ben poco con se, un bastone per sostenersi durante i cammini tortuosi e una fiascetta di acqua. Era spinto dalla fede, voleva conoscere i principali santuari dell’Impero di oriente e di occidente ma voleva anche pregare sulla tomba di San Pietro.



Proseguì il suo cammino verso sud e giunse in una cittadina chiamata “Jevule”, oggi conosciuta come città di Eboli. La sua casa fu una piccola cella del convento di San Pietro Alli Marmi.

San Berniero conduceva una vita da eremita pur non disdegnando aiuto ai monaci che lo ospitavano e soccorso ai fedeli. Ben presto la bontà di Berniero varcò le mura di Eboli e in molti accorrevano per vedere il giovane ragazzo spagnolo che aiutava i poveri.

“Bienerus, sive Bernerius Hispanus ex urbe Uxameburg quae nunc Burgum Osmae in Hispania dicitur, claro genese octus, … a saeculi voluptatibus abhorseus, selicta patria, ecclesiarum praecipuarum peregrinationem suscepit. In qua cum magnam vitae partem consumpsisset, tandem in Italiam veniens, apud Ebulum, oppidum in Picentibus, sibsistit, cellula exstructa, victum quaritaus, modico pane et vino od voletudinem stomachi contentus, caetera pauperibus irogalat.”

Viveva in povertà ed elemosina, il cibo che eccedeva lo donava ai più bisognosi, aiutava i contadini nei campi della Piana del Sele e i frati nelle ristrutturazioni del convento, ben presto vennero fuori le sue doti da costruttore; si racconta che prese parte alla costruzione del ponte sul fiume Sele, vide che nonostante i numerosi sforzi degli abitanti il ponte Sele, costruito di giorno, crollava misteriosamente di notte. San Berniero intervenne, il ponte venne ricostruito così saldamente tanto che resistette miracolosamente alla furia delle acque. Inoltre si adoperò per la costruzione dell’abazia, confondendosi con i muratori.

“Ebulensis pontem super Silaro omne edificare aggressus esset, et quod una die extruetatur, altera corrueret, Bernerius collecta mendicando pecunia, et ex ea lapidibus et caemento emptis, fabricam pontis suis manibus aggreditur; ita ut quod uno die factum esset, seguenti duplicatum invenisetur, Ponte igitur absoluto …”

In un giorno non ben precisato, si dice sul cadere del sec. XII San Berniero spirò nella sua cella, esalò l’ultimo respiro e avvenne il miracolo – oleum congelatum diu et incessanter rudendavit – l’olio contenuto nel monastero si versò dalle giare, si riversò sulla strada, al punto che l’intera popolazione potette farne scorta. Si diffuse un dolce profumo proveniente dal corpo del Santo e le campane cominciarono a suonare da sole.



Le spoglie del santo furono dimenticate fino al 16 Ottobre 1554. Quando furono rinvenute avvenne un altro miracolo, dopo mesi di siccità iniziò a piovere. Il popolo di Eboli volle il Santo patrono (con San Vito), invocandolo per le malattie spirituali e le possessioni demoniache. Nel convento di San Pietro Alli Marmi c’è un affresco che lo raffigura moribondo, con un crocifisso ed una pergamena tra le mani, con accanto il bastone del pellegrino, attorniato da angeli.

L’Arcivescovo Monterisi, il 25 luglio 1930, fece collocare nella parte sottostante la chiesa di San Pietro Apostolo, la cripta che contiene le reliquie di San Berniero. La festività ricorre il 20 novembre e al Santo è stata dedicata la chiesa del Sacro Cuore in zona Pescara mentre l’antica chiesa di San Berniero è collocata in località Aversana, ma attualmente non è aperta al culto.

Il popolo ebolitano eresse al Santo eremita una preziosa statua in argento, di grandezza naturale. La statua di S. Berniero fu trafugata nel 1980 segata dai piedi. Oggi è rimasto l’impianto di base e su quello si è inserita la nuova statua di legno realizzata dagli artisti di Ortisei. Fissata in modo instabile non è stata più portata in processione.



Forse per questo e altre cause il culto di San Berniero è stato dimenticato. Da circa un anno un gruppo di giovani ha ripreso questa storia di Eboli creando l’Associazione Culturale ‘Berniero’ 

L’associazione sta attuando numerose iniziative con lo scopo di raccogliere dei fondi per la ristrutturazione degli affreschi, nel 2017 padrino di eccezione è stato Vinicio Capossela.



In collaborazione con l’Ordine Frati Minori Cappuccini di Eboli, patrocinato dal Comune di Eboli, Università di Salerno, Festival della Lentezza, Festival del Cinema del Reale, Istituto Luce, Comunità Emmanuel, Istituto Tecnico Agrario-Industriale Statale ‘Fortunato-Mattei’, Istituto CREA di Pontecagnano, Cooperativa Nuovo Cilento, Legambiente Sezione di Eboli, Le Tavole del Borgo, Le Case del Borgantico, Weboli.