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Santo del giorno 29 aprile, oggi si celebra Santa Caterina da Siena:

Il 29 aprile si celebra Santa Caterina. Semianalfabeta, non va a scuola e non ha maestri privati, i suoi genitori la vogliono dare in sposa già a 12 anni ma lei dice no.
Diventerà mistica, consigliera spirituale per potenti e alti dignitari e santa patrona d’Italia e compatrona d’Europa. Grazie all’opera Il Dialogo della Divina Provvidenza (ovvero Libro della Divina Dottrina), un capolavoro della letteratura spirituale, l’eccezionale Epistolario e la raccolta delle Preghiere, Santa Caterina da Siena è stata proclamata Dottore della Chiesa il 4 ottobre 1970 per volere di papa Paolo VI, sette giorni dopo quella di santa Teresa d’ Avila (1515–1582).

Santa Caterina da Siena oggi, il Santo del giorno

Santa Caterina nasce a Siena nel popolare rione di Fontebranda nel cuore della contrada dell’Oca il 25 marzo 1347. È la ventitreesima figlia del tintore Jacopo Benincasa e di sua moglie Lapa Piagenti. La gemella Giovanna morirà poco tempo dopo la nascita.

Il suo carisma mistico (come viene chiamato dai cattolici) si rivela molto presto, tanto che a soli sei anni sostiene di aver visto, sospeso in aria sopra il tetto della basilica di San Domenico, il Signore Gesù seduto su di un bellissimo trono, vestito con abiti pontificali insieme ai santi Pietro, Paolo e Giovanni. A sette anni, quando le bambine sono ben lontane solo dal concepire una cosa simile, fa voto di verginità.



In concomitanza con queste tendenze inizia, ancora bambina, a mortificarsi, soprattutto rinunciando a tutti i piaceri che in qualche modo avessero a che fare con il corpo. In particolare, evita di mangiare carne di animale. Per evitare i rimproveri dei genitori, passa il cibo di nascosto ai fratelli o lo distribuisce ai gatti di casa.

Il rifiuto del matrimonio

Verso i dodici anni i genitori decidono di maritarla. Evidentemente, non avevano ben compreso il carattere di Caterina, anche se in effetti le sue pratiche ascetiche erano condotte in solitudine. Ad ogni modo, pur di non concedere la sua mano, giunge a tagliarsi completamente i capelli, coprendosi il capo con un velo e chiudendosi in casa.

Considerata affetta da una sorta di fanatismo giovanile, per piegarla la costringono a pesanti fatiche domestiche. La reazione è del tutto in linea con il suo misticismo. Si “barrica” all’interno della sua mente, chiudendosi del tutto al mondo esterno. Questo sarà, fra l’altro, uno dei suoi insegnamenti, quando, diventata ormai un simbolo, godrà del seguito di numerosi allievi.

Un bel giorno, però, la considerazione dei genitori cambia: il padre osserva che una colomba si posa sulla sua testa, mentre Caterina era intenta a pregare, e si convince che il suo fervore non è solo il frutto di un’esaltazione ma che si tratta di una vocazione veramente sentita e sincera.

La visione di San Domenico

A sedici anni, spinta da una visione di San Domenico, prende il velo del terz’ordine domenicano, pur continuando a restare nella propria casa. Semianalfabeta, quando cerca di imparare a leggere le lodi divine e le ore canoniche, fatica parecchi giorni, inutilmente. Chiede allora al Signore il dono di saper leggere che, a quanto riportano tutte le testimonianze e da quanto dice lei stessa, le è miracolosamente accordato.

Si occupava dei lebbrosi

Intanto, prende anche ad occuparsi dei lebbrosi presso l’ospedale locale. Scopre però che la vista dei moribondi e soprattutto dei corpi devastati e delle piaghe le genera orrore e ribrezzo. Per punirsi di questo, un giorno beve l’acqua che le era servita per lavare una ferita cancrenosa, dichiarando poi che “non aveva mai gustato cibo o bevanda tanto dolce e squisita.” Dal quel momento, la ripugnanza passò.



A vent’anni si priva anche del pane, cibandosi solo di verdure crude, non dormiva che due ore per notte. La notte di carnevale del 1367 le appare Cristo accompagnato dalla Vergine e da una folla di santi, e le dona un anello, sposandola misticamente. La visione sparisce, l’anello rimane, visibile solo a lei. In un’altra visione Cristo le prende il cuore e lo porta via, al ritorno ne ha un altro vermiglio che dichiara essere il suo e che inserisce nel costato della Santa. Si dice che a ricordo del miracolo le rimase in quel punto una cicatrice.

La fama

La sua fama andava espandendosi, attorno a lei si raccoglieva una quantità di gente, chierici e laici, che prendono il nome di “Caterinati”. Preoccupati, i domenicani la sottopongono ad un esame per appurarne l’ortodossia. Lo supera brillantemente e le assegnano un direttore spirituale, Raimondo da Capua, diventato in seguito il suo erede spirituale.



La crociata

Nel 1375 è incaricata dal papa di predicare la crociata a Pisa. Mentre è assorta in preghiera in una chiesetta del Lungarno, detta ora di Santa Caterina, riceve le stimmate che, come l’anello del matrimonio mistico, saranno visibili solo a lei. Nel 1376 è incaricata dai fiorentini di intercedere presso il papa per far togliere loro la scomunica che si erano guadagnati per aver formato una lega contro lo strapotere dei francesi. Caterina si reca ad Avignone con le sue discepole, un altare portatile e tre confessori al seguito, convince il papa, ma nel frattempo è cambiata la politica e il nuovo governo fiorentino se ne infischia della sua mediazione.



Però, durante il viaggio, convince il papa a rientrare a Roma. Nel 1378 è dunque convocata a Roma da Urbano VI perché lo aiuti a ristabilire l’unità della Chiesa, contro i francesi che a Fondi hanno eletto l’antipapa Clemente VII.

La morte

Scende a Roma con discepoli e discepole, lo difende strenuamente, morendo sfinita dalle sofferenze fisiche mentre ancora sta combattendo. È il 29 aprile del 1380 e Caterina ha trentatré anni, un’età che non potrebbe essere più significativa….

Sarà sepolta nel cimitero di Santa Maria sopra Minerva. Tre anni dopo le sarà staccato il capo per portarlo a Siena. Quel che resta del corpo, smembrato per farne reliquie, è nel sarcofago sotto l’altare maggiore.



Ha lasciato circa quattrocento lettere scritte a tutti i potenti del suo tempo ed un “Dialogo della divina provvidenza” che è una delle più notevoli opere mistiche di tutti i tempi.

La figura di Santa Caterina da Siena ha ispirato numerosi artisti che l’hanno ritratta il più delle volte con l’abito domenicano, la corona di spine, reggendo in mano un cuore o un libro, un giglio o il crocefisso o una chiesa. Molti pittori predilessero i fantasiosi racconti della sua vita, come il matrimonio mistico, che si distingue da quello di Santa Caterina d’Alessandria, perché in questo caso il Cristo è adulto.

Santa Caterina, patrona d’Italia e d’Europa

Santa Caterina da Siena è Patrona d’Italia insieme a San Francesco d’Assisi (nominata nel 1939 da papa Pio XII) e Patrona d’Europa insieme a Santa Brigida di Svezia e Santa Teresa Benedetta della Croce (nominata nel 1999 da papa Giovanni Paolo II ).

Inoltre è stata la prima donna, assieme a Santa Teresa d’Avila, ad aver avuto il titolo di Dottore della Chiesa Universale, che la Chiesa ha finora attribuito a sole 33 persone come riconoscimento alle loro riflessioni teologiche (nominata nel 1970 da Paolo VI).



Ma già nel 1461 Santa Caterina da Siena fu canonizzata da Pio II, e nel 1866 fu dichiarata compatrona di Roma da Pio IX. Inoltre, dal 1947, è Patrona delle infermiere della Croce Rossa.
E’ anche patrona delle contrade dell’Oca (nel cui territorio si trova la sua Casa) e del Drago (nel cui territorio si trova il Santuario di San Domenico, che frequentò assiduamente).

Una tale quantità di riconoscimenti si spiega con il carattere eccezionale e la vita frenetica di Santa Caterina da Siena. Già durante la sua breve vita Caterina attraeva e stupiva i suoi contemporanei, che rapidamente divulgarono in tutta Europa la sua immagine ed i suoi insegnamenti.

Nonostante che fosse del tutto priva di istruzione (imparò a leggere da sola, e più tardi a scrivere, rimanendo però semianalfabeta), e non certo favorita dal suo stato femminile (visse in un’epoca dove le donne non erano per nulla considerate), Caterina fu chiamata maestra da un numero considerevole di discepoli fra cui illustri professori universitari, fu ricevuta ed ascoltata da papi, cardinali e re di tutta Europa, e fu capace di esercitare un’azione incisiva fino alle più alte autorità politiche e religiose dell’epoca.



 

È un fatto di per sé miracoloso che una donna di umili origini potesse intrattenere nel XIV secolo una corrispondenza politica con i potenti del tempo, ai quali si rivolgeva con tono di fermo comando, pur senza perdere la sua abituale umiltà.

La venerazione alla Santa è oggi diffusa a livello internazionale, e dal 2000 viene celebrata a Siena una Festa Internazionale in onore di Santa Caterina, durante la quale una solenne processione porta in Duomo la reliquia della Sacra Testa.

Infermiera volontaria e messaggera di pace

Sono queste in sintesi i due grandi operati di Santa Caterina da Siena. Da una parte infermiera volontaria tra i deboli, dall’altra messaggera di pace tra i potenti: parlò a papi e lebbrosi, a generali ed a cuoiai, a regine ed a donne di casa.



Caterina interpretò la carità cristiana in modo operativo e concreto, tanto che frequentò giornalmente l’ospedale senese portando assistenza e conforto ai malati. Rappresenta dunque il modello di infermiera volontaria per eccellenza: piena di carità, pazienza, energia e forza di volontà. Per questo Caterina è stata paragonata ad una grande figura della nostra epoca, Madre Teresa di Calcutta.

Non solo: nelle lettere ai politici suoi contemporanei ricorda che il potere di governare la città è un “potere prestato” da Dio. La politica, per la Santa Senese, è la buona amministrazione della cosa pubblica finalizzata ad ottenere il bene comune e non l’interesse personale. Per far questo il buon amministratore deve ispirarsi direttamente a Gesù Cristo, che rappresenta l’esempio più alto di giustizia. Per questo, Giovanni Paolo II ha definito S.Caterina da Siena “messaggera di pace” e “la mistica della politica”.

La basilica cateriniana

Torna comodo iniziare l’itinerario cateriniano con la visita dell’imponente Basilica cateriniana di San Domenico, frequentata dalla Santa. La costruzione, in stile gotico cistercense, iniziò nel 1225 e fu ampliata in più riprese. Conserva la Sacra Testa di Santa Caterina, collocata su uno stupendo altare marmoreo dello scultore Giovanni di Stefano (1469), e capolavori pittorici del Sodoma come l’Estasi di Santa Caterina e S.Caterina cade tramortita dopo ricevute le stimmate (1477-1549).



Casa-Santuario Santa Caterina

Dalla basilica possiamo scendere verso la Casa Santuario di Santa Caterina, altro importante luogo cateriniano.

Il porticato, detto Portico dei Comuni perché tutti i comuni italiani contribuirono alla sua costruzione, fu realizzato tra il 1941 ed il 1947 al posto di una chiesetta preesistente, mentre l’elemento più antico è il pozzo in travertino, databile tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500.

In una celletta della casa-santuario troviamo alcuni oggetti legati a Santa Caterina da Siena: il bastone usato per sorreggersi, la boccetta nella quale metteva gli aromi per alleviare i dolori dei malati dell’Ospedale di Santa Maria della Scala, e la borsa in seta che contenne la sua testa quando fu staccata dal corpo e trasportata da Roma a Siena.

Da visitare l’ Oratorio del Crocifisso, costruito nel 1623 sull’orto dei genitori di Caterina, dove è custodito il crocefisso che secondo al tradizione dette le stimmate a Santa Caterina il 1° aprile 1375, avvenuto nella chiesa di Santa Cristina a Pisa. Qui, in una nicchia, si trova anche il frammento di una sua scapola.

Da non perdere la preziosa collezione di ceramiche: vasi di porcellana stupendamente decorati, usati per contenere l’olio della lampada votiva, offerti in occasione delle Festa che ogni anno viene celebrata a Siena in onore di Santa Caterina.


La fonte cateriniana

Ritorniamo ora sulla strada e continuiamo a scendere: gli stemmi lungo la via ricordano che siamo nella Contrada dell’Oca. Si arriva ben presto a Fontebranda, un’antica fonte medievale fortificata, dove la giovane Caterina andava ad attingere l’acqua e per questo viene anche chiamata la “Santa di Fontebranda”.


La salita del Costone

Nel versante opposto della valle, la ripida e pittoresca Via del Costone (passaggio pedonale) porta a pochi passi da Piazza del Duomo. É su questa salita che, secondo la tradizione, Caterina ha la prima visione: Cristo, in abiti pontifici, le appare al disopra della chiesa di San Domenico. In alternativa si può prendere, poco più a valle, una scala mobile.


La scalinata del Duomo

Alla fine della salita del Costone, prendendo a sinistra, si giunge ben presto alla scalinata che parte dal Battistero e fiancheggia il Duomo di Siena. Caterina la percorreva quasi ogni giorno per raggiungere l’Ospedale di Santa Maria della Scala, ed una volta cascò: il punto è indicato da una croce scolpita in uno degli ultimi scalini.

Si tratta in effetti di una scalinata ripida e scivolosa, sopratutto quando piove, e secondo la leggenda Santa Caterina cascò per essere stata spinta dal diavolo, o per aver aver visto il diavolo alla finestra della Cattedrale presente in quel punto della scalinata. Nella caduta, la Santa perse tutti i denti e ogni dente spaccò il marmo degli scalini: ancora oggi è possibile vedere lungo la scalinata alcune piccole toppe.


L’antico ospedale

Arriviamo quindi in piazza del Duomo, dove si trova il luogo cateriniano per eccellenza: il trecentesco Ospedale del Santa Maria della Scala, che diventò ben presto grande e potente grazie alla sua posizione strategica lungo la Via Francigena.
Oggi è un grande complesso museale, che ospita percorsi museali permanenti e mostre temporanee di livello internazionale. All’interno si trovano diverse cappelle, tra cui l’ Oratorio di Santa Caterina della Notte, dove la Santa si raccoglieva durante le lunghe notti trascorse al capezzale dei malati.


I musei con i dipinti della Santa

L’itinerario cateriniano nel centro storico di Siena può essere concluso con la visita alla vicina Pinacoteca Nazionale, dove sono conservati numerosi dipinti che raffigurano la Santa, realizzati da artisti della scuola senese come Domenico Beccafumi ed Andrea Vanni.
Da non perdere anche il Museo delle Biccherne, una collezione unica al mondo di arte medievale minore con alcune raffigurazioni della Santa ed alcuni documenti storici sulla vita di Santa Caterina.
Gli artisti senesi predilessero la raffigurazione di tre episodi della sua vita: il matrimonio mistico, le stimmate e l’estasi. In genere è raffigurata mentre tiene in mano un giglio, un cuore od un crocifisso, e talvolta ha le stigmate, dalle quali zampillano gigli.

Luoghi cateriniani nei dintorni di Siena

Fuori città, ad una decina di chilometri, un luogo cateriniano è l’imponente Certosa di Pontignano.
Una suggestiva statua della Santa indica il punto di partenza degli Itinerari Cateriniani, la ‘Valle Santa’ e la ‘Valle Ombrosa’: due belle passeggiate nella campagna senese.

Un’altra piacevole escursione, di almeno mezza giornata, puù essere fatta a Bagno Vignoni, dove i genitori portavano Caterina nel tentativo di distrarla dal suo voto. E’ un curioso paese dove la piazza centrale è occupata da una vasca termale medievale, a suo tempo frequentata dalla gioventù senese, sul quale si affaccia un bel porticato intitolato alla Santa.

La leggenda vuole che, ancora oggi, è possibile intravedere nell’acqua della vasca una scia luminosa che indica il percorso seguito da Caterina per raggiungere la sorgente, dove l’acqua è ha un calore insopportabile: qui la futura Santa trasformava in penitenza quello che doveva essere uno svago.

Le reliquie di Santa Caterina

La reliquia più importante è la Testa di Santa Caterina, conservata nella basilica di San Domenico di Siena.

Arrivò qui in modo roccambolesco: la Santa fu sepolta a Roma e l’anno successivo la testa fu staccata e portata a Siena come reliquia. Per quattro anni rimase chiusa in un armadio, ma una volta che il Concistoro della Repubblica di Siena ne venne a conoscenza, ordinò di tributare onori pubblici: così, il 5 maggio 1385, venne celebrata una imponente processione per portare la Sacra Testa nella Chiesa di San Domenico.

Nella stessa basilica è conservato il dito, col quale viene impartita la benedizione all’Italia e alle Forze Armate in occasione delle Feste internazionali in onore di Santa Caterina da Siena. Questa reliquia, insieme al busto in bronzo che per tanti anni ha contenuto e protetto la testa, è conservata nella teca posta nella parete destra della Basilica di San Domenico.

Il frammento di una scapola si trova invece nella casa – santuario della Santa, conservata in un’urna scavata nel muro a sinistra dell’altare maggiore dell’ Oratorio del Crocifisso.

Altre reliquie si trovano a Roma, Gerusalemme e Venezia: qui, nella Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, è conservato un piede della Santa. Da ricordare anche una costola, un tempo presente nel Duomo di Siena, e donata al Santuario di Santa Caterina di Astenet in Belgio, vicino al confine con Olanda e Germania, costruito nel 1985 per volontà dei Caterinati di quel paese.


 

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