Il 9 giugno si ricorda Sant’Efrem: è annoverato tra i più importanti scrittori siriani grazie alle sue opere, tra le quali illustri trattati di teologia, scritti nella lingua parlata nel IV secolo dai cristiani persiani, ovvero il siriano.
E proprio queste opere costituirono le fondamenta della dottrina cristiana in Turchia, tanto da valergli il nome de “la cetra dello Spirito Santo”.
Sant’Efrem oggi, il Santo del giorno
Sant’Efrem era originario della città di Nisibi, in Mesopotamia, e nacque nel 306 circa, sotto il dominio dell’imperatore Costantino. Le notizie sulla sua infanzia sono poche e ambigue, ma è certo che ricevette il battesimo all’età di 18 anni e che fu il vescovo Giacomo a fornirgli un’ istruzione ed un’ educazione consoni.
Divenuto diacono, esercitò la propria opera pia non per le classi agiate e benestanti, ma per il popolo e, con l’aiuto del vescovo Giacomo, fondò una scuola di teologia.
Il santo dunque si dedicò all’insegnamento, all’evangelizzazione, alla scrittura di opere di ogni tipo, dai commentari agli inni e, in un certo periodo della sua vita, si prodigò con atti definiti miracolosi nella difesa della città quando i persiani, con a capo il re Sapore II, presero ad assediarla con la morte dell’imperatore Costantino I.
Ma questi avvenimenti lo costrinsero a trasferirsi prima nella città turca di Amida e poi a Edessa, diffondendo ovunque la parola di Dio in una terra per lo più pagana: e qui, ad Edessa, fondò assieme al vescovo Narsete, la “Scuola dei Persi”.
Sant’Efrem mai rinunciò allo stile monastico della propria vita, fatta di digiuno, di castità, di preghiera e di mortificazioni. Nel 372, a causa di una terribile carestia, fu nominato diacono dei soccorsi in città, ma un anno dopo morì, il 9 giugno ad Edessa, oggi parte del territorio di Sanliurfa in Turchia.
Fu Benedetto XV a dichiararlo nel 1920 Dottore della chiesa, decretandone il culto a tutta la chiesa universale. Oltre alla sua bontà e misericordia, Sant’ Efrem lasciò ai posteri le sue opere redatte in prosa o in poesia, compresi inni di genere lirico.
Proprio per questo tra le molte definizioni del santo ci sono “il poeta della Vergine”, per le molte odi dedicate alla Vergine ancora tanto popolari da essere oggi cantati nella chiesa caldea, e la “cetra dello Spirito Santo” per le poesie da lui composte, siano essere di valore didattico che esortativo, e usate addirittura nei suoi sermoni e nelle sue omelie.